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Verdone respinto al ballottaggio: "Non voterò più Pd"

Il seggio di Via dei Giubbonari respinge la "giustificazione" del regista romano: aveva portato un certificato medico

Nicoletta Orlandi Posti
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Si era fatto male cadendo dalla moto. Ha portato un certificato medico. Eppure non lo hanno fatto votare. Sotto la scure delle giustificazioni respinte al ballottaggio delle primarie del Pd è caduto anche Carlo Verdone. Il regista romano, da sempre elettore di centrosinistra, si è visto rifiutare la sua motivazione per non aver votato al primo  turno dal seggio di via dei Giubbonari, a due passi da Campo dè Fiori a Roma. E' lo stesso regista a raccontare l'episodio al "Secolo XIX". "Ero andato pure due volte sabato -dice il  regista- portando le giustificazioni necessarie", vale a dire un certificato medico e, in più, la carta d'imbarco per Madrid, dove da mercoledì a venerdì presentava il suo film 'Posti in piedi in Paradiso'. "Non sono un furbastro dell'ultimo minuto -si sfoga il regista-,  questo modo di fare non mi piace. Come se dicessero: è una cosa   nostra. Mi sento dispiaciuto, anzi arrabbiato. Defraudato di un diritto, come cittadino. Non saprei dire -conclude- se voterò ancora Pd".

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