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Khalid Chaouki (Pd) recita nel video rap di Amir Issaa che incita all'odio

Giulio Bucchi
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La comparsa è di quelle che non t'aspetti. Almeno non in un videoclip rapper che sembra parlare di razzismo al contrario. Eppure per il suo ultimo lavoro, Ius music, il cantante italo-marocchino Amir Issaa si è affiancato a un attore d'eccezione: il deputato del Partito democratico Khalid Chaouki. Trent'anni, giornalista professionista e un curriculum che parla da solo, Chaouki è nato a Casablanca, ma è praticamente cresciuto nel Belpaese. Nel 2001 ha fondato l'associazione «Giovani mussulmani d'Italia», salvo finirne espulso una decina di anni dopo con l'accusa di essere «un moderato». L'anno scorso è stato eletto in Parlamento, quota «dem» s'intende, nella circoscrizione Campania 2: attualmente è quindi membro della Commissione Esteri della Camera mentre, dall'aprile del 2013, presiede la Commissione Cultura dell'Assemblea Parlamentare - Unione per il Mediterraneo. Il preside democratico - E da una manciata di giorni è anche la star indiscussa del video di Issaa. Già, perché in quei 2 minuti e 45 secondi di musica compare davvero pure lui. Il suo - per la verità - è un piccolo ruolo, quello che nel gergo cinematografico si definisce «cameo»: una breve apparizione che dà prestigio al girato. Fa il severissimo direttore scolastico dell'istituto Beccadelli di Tor Pignattara (Roma) dove è girato il video. «Signor preside, ho scritto sui muri del bagno», gli dice un ragazzino - presumibilmente italiano - colto sul fatto da un docente e quindi trascinato in presidenza. «Domattina arrivi presto e pulisci tutto», risponde un impassibile Chaouki. Da copione, verrebbe da dire, il parlamentare-attore rivendica la sua partecipazione al video tramite i social network. «L'ultima creazione di Amir \[Issaa, ndr\], Ius Music! Assolutamente da vedere e sentire per mille motivi, e non solo perché sono tra le comparse», dice infatti la pagina Facebook dell'onorevole democratico. Data di pubblicazione del post: primo luglio, tre giorni fa. Pare ovvio che Chaouki ne vada fiero, lo dimostra la faccina sorridente che accompagna il lancio della canzone. I commenti degli utenti sono invece meno entusiastici. «Questo video offende la mia razza, quella italiana. O volete l'esclusiva?», dice uno. «Si vergogni, pubblicare uno schifo che inneggia alla violenza», contrattacca un altro. «Caro deputato, le consiglio di occuparsi d'altro», ribatte un terzo. E sono solo alcuni. Quelli che calcano meno la mano, a essere sinceri. Ma cosa dice davvero questa canzone che tanto piace all'onorevole Chaouki? «I miei fratelli sono afro-fieri, Maghreb e cinesi, filippini con i piedi qua e il sangue da altri Paesi», come quelli che hanno «la madre che lavora nelle case di ignoranti che abbandonano le loro sole in braccio alle badanti».  La Fiat col bazooka - La conclusione è quindi solo una: «Se il futuro è nostro lo vogliamo in esclusiva, stanchi di elemosinare diritti e metterci in fila». Ecco allora che «da Palermo a Torino scoppierà un casino, se l'Europa è un'altra storia, se Roma non è Berlino». Non sembra usare mezzi termini, Issaa: «È la paura di qualcosa che oramai vive qua vicino e non ti salverai in Padania: non esiste in nessun libro». Ma ancora: «Non sono un G2 col trattino, una Fiat Uno col bazooka sul tettino: è la storia di un normale cittadino impazzito, era clandestino adesso è un assassino». Fugato ogni dubbio, insomma: «La mia non è una razza, la mia è una tribù: quelli sempre al centro del mirino, questa è la mia crew», chiosa Issaa nella seconda strofa. «La mia gente è stanca di essere accusata, di essere considerata il pericolo dentro casa». E conclude: «Amici laureati fermati da uno con la terza media, umiliati e maltrattati e non c'è scusa quando l'ignoranza parla, se qua l'essere italiano è solamente sulla carta». Ma non soffermiamoci solo sul testo, in un buon video anche la recitazione conta. di Claudia Osmetti

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