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Why Not, Travaglio scarica De Magistris: se ne deve andare

Matteo Legnani
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Chi si aspettava che Marco Travaglio, nel giorno della chiamata di Giorgio Napolitano a testimoniare nel processo sulla trattativa Stato-mafia, è rimasto oggi con un palmo di naso nel guardare la prima pagina del Fatto Quotidiano. Il "Manetta", infatti, ha preferito occuparsi della clamorosa condanna del sindaco di Napoli Luigi De Magistris nel processo "Why not" a un anno e tre mesi per abuso d'ufficio. L'editoriale è una lunghissima difesa dell'ex pm, con cui Travaglio al solito si sostituisce ai giudici per affermare che De Magistris non andava condannato perchè di fatto innocente. Ma quelle che più colpiscono sono le prime righe nelle quali Travaglio dice che comunque il primo cittadino partenopeo deve lasciare l'incarico, senza se e senza ma. Perché lo prevede la legge Severino, anche in caso di condanne solo in primo grado. "E la legge - scrive il Manetta - è uguale per tutti., come De Magistris ben sa avendo fatto della Costituzione il faro della sua vita professionale". L'Anm: "Accuse inaccettabili" - Alla critica di Travaglio si aggiunge quella, molto più dura, dell'Associazione nazionale magistrati, che tra De Magistris e i giudici di Roma che l'hanno condannato naturalmente si schiera con questi ultimi. Le dichiarazioni del sindaco di Napoli ("Sono quei giudici a doversi dimettere") secondo l'Anm sono "gravi e offensive": "Pur non entrando nel merito della vicenda giudiziaria - osservano le toghe in una nota ufficiale - le espressioni usate vanno ben oltre i limiti di una legittima critica a una sentenza perché esprimono disprezzo verso la giurisdizione". "Si tratta di parole tanto più inaccettabili poiché provenienti da un uomo delle istituzioni che ha per anni anche svolto la funzione giudiziaria", conclude l'Anm.

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