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Marco Travaglio sbugiarda Matteo Renzi: "Astensione ora secondaria ma qualche anno fa..."

Gian Marco Crevatin
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Astensionismo questione primaria o secondaria? Marco Travaglio, nell'editoriale di oggi, 25 novembre su Il Fatto Quotidiano, torna sull'annosa questione affluenza post Regionali. In Emilia e Calabria si è votato rispettivamente 37,67 per cento e 44,07, cosa che ha preoccupato il giusto il premier Matteo Renzi che nella giornata di ieri ha twittato: "Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto". Non solo, da Vienna il presidente del Consiglio ha fatto sapere che la scarsa passione per le urne degli emiliani e calabresi è un "dato secondario": parte da questo spunto l'analisi di Travaglio che con un virgolettato di Renzi di quattro anni fa anni inizia il suo editoriale. L'analisi - "L'astensione è la vera vincitrice delle elezioni. Il partito di maggioranza relativa di questo paese è il partito di chi si astiene o vota scheda bianca o nulla. Su questo tutti dobbiamo riflettere" aveva commentato l'allora sindaco  alle regionali di marzo 2010 vinte dal Partito Democratico di Pierluigi Bersani. E ancora "Chi gridasse al trionfo e stappasse champagne farebbe un errore: abbiamo vinto però c'è stata un'astensione strabiliante che supera la maggioranza assoluta", qui Renzi, come nota Travaglio, commenta il voto in Sicilia nell'ottobre 2012. Insomma la tiritera travaglina è questa: ora dici che la vittoria è netta, prima, quando non eri tu a governare, era invce "mutilata", a usare un termine caro alla stampa di questi giorni. Meno siamo, meglio stiamo - "Proprio quando l'astensionismo diventa il primo partito e prende la maggioranza assoluta, cambia nome: si chiama non grande affluenza" scrive il giornalista che sulla questione si fa arcigno e commenta: "Da un problema primario, rimuove l'elemento negativo, e diventa secondario... e pazienza se il Pd, fra Emilia e Calabria ha perso 769.336 voti da maggio e 322.504 dal 2009. Un bel paradosso, per un leader che ha sempre puntato tutto sul consenso popolare dalle primarie al mitico Quarantunpercento". Poi c' è tempo per l'affondo finale: "Renzi - secondo Travaglio - non fa altro che tentar di convincere gli elettori della loro inutilità: è andato al governo senza passare per le urne e vuole far nominare i deputati dai segretari di partito e i senatori dai consiglieri regionali". "Gli elettori, secondo la penna del Fatto, servono a Renzi solo alla "retorica del sindaco d'Italia e delle primarie... Ora meno sono e meglio è".

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