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Feltri: ecco gli errori fatali di Grillo

Matteo Legnani
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Ahi Roma. C'è la Capitale tra le ragioni del fallimento di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle. A scriverlo è oggi su Il Giornale Vittorio Feltri. Da uomo ancora legato alla macchina da scrivere e con una simpatia per il computer a dir poco contenuta, Feltri individua proprio nella rete, strumento con cui il M5S è nato, la causa del suo declino9: "Col computer tutto è possibile, tranne che dirigere un gruppo di onorevoli e senatori, ciascuno con i propri sentimenti, le proprie pulsioni, ambizioni e storture mentali. O gli ordini sono diretti e se ne verifica l'esecuzione di persona, oppure quando giungono a destinazione sono già inquinati dal passaparola, rendendo quasi automatica la disobbedienza". L'errore, dunque, sarebbe quello di aver lasciato i suoi sguinzagliati a Roma e di esserene stato "chiuso in villa, pigramente sprofondato in un divano". E poi c'è la ripetitività dei vaaffa e delle parole d'ordine, che secondo Feltri "è efficace se si esaurisce in tre mesi, ma se prosegue per cinque anni finisce per dare sui nervi. Molti elettori e molti adepti - scrive Feltri - non lo sopportano più, lui e le sue epurazioni, le sue prediche stucchevoli rimaste lettera morta". Dulcis in fundo, l'assenza dalle tv: "Perchè- chiede l'editorialista del Giornale e fondatore di Libero - ha sempre rifiutato lo strumento più adatto alla propaganda, cioè la tv, vietandone l'uso anche al proprio esercito di njeofiti? Il sospetto è che Grillo, consapevole di non avere idee guida e neanche argomenti persuasivi, abbia evitato con cura di partecipare ai talk show aallo scopo di sottrarsi al contraddittorio con qualunque avversario".

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