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La lettera del giornalista contro Giovanna Melandri: la fastidiosa sensazione di essere caduto in una beffa da 4 euro

Giulio Bucchi
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Alessio Calfapietra. Come ben sapete, noi giornalisti siamo obbligati a partecipare ai corsi di formazione che l'ODG ed enti terzi predispongono per il raggiungimento dei sospirati quindici crediti annuali. In particolare l'evento L'ora di storia, suddiviso in cinque moduli tra marzo ed aprile, ha catturato la mia attenzione. Tre ore di lezione, altrettanti crediti, e tutti a casa. Senza spendere nulla, cosa non da poco visto che molti corsi costano centinaia di euro. Aderisco dunque all' iniziativa e stampo il foglio dell' invito. La locazione tra l' altro è suggestiva, il museo di arte moderna Maxxi. Il relatore è Lucio Caracciolo, noto esperto di geopolitica, chiamato a dissertare delle guerre contemporanee. Ci sono tutti gli ingredienti per un pomeriggio formativo, se non fosse che al momento della registrazione della presenza, la ragazza addetta al desk ci invita ad andare a pagare il biglietto. La fila di persone in attesa di accreditarsi è percorsa dalla stessa domanda: l' evento non era gratuito? E subito i sorrisi si fanno meno distesi, diventando via via forzati, e tutti gli invitati (a pagamento) tirano fuori quattro euro dal portafogli. Personalmente vengo colto dal dubbio se la piattaforma telematica di iscrizione accennasse a questo aspetto. Nel raccogliere i pareri dei colleghi in sala, capisco di non essere l' unico a ricordarsi che secondo l' ODG questa ora di storia era gratuita quanto una boccata d' aria fresca. Ad un certo punto fa il suo leggiadro ingresso l' ex ministro Giovanna Melandri, messa a capo del Maxxi circa tre anni fa tramite una discussa e discutibile nomina politica. La sua introduzione è scialba e scolastica. Un piccolo, grande conflitto alberga dentro di me, e gira intorno alla beffa apprestata dall'ODG ai suoi iscritti, costretti a pagare per un evento pubblicizzato come gratuito. Io penso ad una situazione molto spiacevole. Quella di quasi duecento persone accorse ad un evento credendolo gratuito, obbligate a pagare una sorta di ticket che, forse, contribuirà a garantire un emolumento extra di soldi pubblici a Giovanna Melandri. Cinque appuntamenti moltiplicati per circa duecento tagliandi l' uno sono un bel viatico per andare a battere cassa a fine anno. È passata una settimana da allora. Domani (oggi per chi legge) si terrà l' ultimo incontro di questa preziosa ora di storia. L' argomento sono le guerre di religione. Ma lo sarà anche la nuova gabella da corrispondere in biglietteria. La domanda si rinnoverà ancora una volta: ma non era gratis? Questa volta mi porto dietro la garanzia digitale dell' ODG sulla gratuità dell' evento...

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