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Papa Bergoglio, Messori sul Corriere: "Io lo sapevo ma l'ho detto solo a Brambilla"

L'editorialista esperto di Vaticano: "Michele mio notaio. Indovino? No, solo buon conoscitore". Ironia u Twitter: "Mago Otelma". E Pigi Battista lo sfotte

Giulio Bucchi
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"Ah beh, Messori dice che l'aveva previsto...". A parlare, via Twitter, è la firma del Corriere della Sera Pigi Battista e il Messori in questione, particolare succulento, è un suo illustre collega, Vittorio Messori. Penna di lungo corso, esperto di Vaticano e appassionato di cose di Chiesa. Nonchè, evidentemente, profeta. Il titolo del suo editoriale dedicato all'elezione di Papa Francesco, intitolato giustamente "Scelta geopolitica: come Wojtyla", ma il richiamo sulla prima pagina del Corsera di giovedì 14 marzo è ben più civettuolo: "Perché in segreto l'avevo previsto", sottinteso "l'elezione di Bergoglio". Secondo sottinteso, che aggiungiamo noi: "Ma non l'avevo scritto prima perché...". Bella forza, la previsione a posteriori. E su Twitter si scatenano ironie, sberleffi e sfottò. Compreso il commento, un po' acidello, del collega Battista. La confessione - "Il nuovo Otelma", lo definiscono in molti cinguettii, e d'altronde è lo stesso Messori a esporsi alle critiche. La ricostruzione della profezia, infatti, è piuttosto esilarante. Nella redazione del Corriere prima del Conclave scatta il più classico dei toto-Papa. Tutti danno un nome, ma lui no: "Mi sono schermito - scrive l'esperto -, a nessuno ho risposto, ricordando che a un cristiano non è lecito tentare di rubare il mestiere allo Spirito Santo". Forse anche, come spiega Messori, perché "le indicazioni dei papabili da parte degli esperti erano state regolarmente smentite". Cosa che, puntualmente, si è verificata anche in questa tornata. Il problema è che quella vecchia volpe del Vittorio ne sa troppe, e non resiste alla tentazione. E pur da buon cristiano, legge nella mente dei cardinali (e ruba il mestiere allo Spirito Santo) e in camera caritatis rivela come andrà a finire a un solo fortunato. L'amico, ex collega al Corriere e oggi vicedirettore della Stampa Michele Brambilla. Con lui ha scritto il libro Qualche ragione per credere e si lascia andare alla sacra previsione prima del Conclave: "Chiedendogli di tenere per sé la cosa, gli ho proposto scherzosamente di farmi da notaio e gli ho affidato un nome, uno soltanto: Jorge Mario Bergoglio, arcivscovo di Buenos Aires". E Brambilla tace... - "L'amico collega mi ha telefonato anche ieri, sotto il diluvio di piazza San Pietro dove attendeva la fumata e mi ha ricordato quella previsione, chiedendomi se la confermavo: gli ho detto che mi sembrava di poterlo fare". Naturalmente, Messori non ha mai scritto da nessuna parte, nemmeno sui social network, la sua previsione. Si sa, non si ruba il mestiere allo Spirito Santo. Epperò ci tiene a sottolineare che il merito della clamorosa previsione non è avere "doti da indovino, confidenze del Paraclito, collegamenti occulti con le Sacre Stanze cardinalizie", ma semplicemente di "un poco di conoscenza della realtà della Chiesa attuale". Si tratta, dunque, di una "scelta geopolitica". Facile, no? Come se le decine di vaticanisti non avessero predetto un papa nordamericano, uno brasiliano, uno cinese o uno asiatico per le stesse ragioni: geopolitica. Bene, e l'amico Brambilla? Per ora, l'incredulo notaio di Messori tace, un po' imbarazzato. Davanti allo Spirito Santo, meglio mantenere il silenzio.         brambilla tace...

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