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Pier Carlo Padoan favorito per la carica di leader dell'Eurogruppo

Matteo Legnani
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La data è quella del 4 dicembre. La poltrona di grande prestigio e di grande potere che l'attuale occupante, l'olandese Dijsselbloem, lascerà libera perchè intenzionato a ritirarsi a vita privata dopo la batosta subita alle elezioni olandesi dello scorso marzo: presidente dell'Eurogruppo, ossia leader dei ministri dell'Economia dei Paesi membri della Ue. Favoriti per la successione sono due francesi: l'ex neogollista ira salito sul carro di Macron, Bruno Le Maire, e il socialista Pierre Moscovici, oggi commissario eeuropeo agli Affari economici. I socialisti europei hanno avocato a sè la carica, dopo l'altra grande famiglia di Strasburgo, quella del Ppe, ha occupato le altre istituzioni-chiave con Tajani, Tusk e Juncker. E qui il gioco si complica. Moscovici è un amico dell'Italia essendo lui il grande sponsor dello sconto da 5 miliardi alla manovra italiana 2018, che fino a novembre non può essere considerato in cassaforte. Ma Germania e Olanda hanno già fatto sapere di non gradire il nome del campione della flessibilità quale leader dell'Eurogruppo. Se Moscovici finirà impallinato sopratutto per effetto del veto della Merkel, scalpita lo slovacco Kazimir, che però è considerato troppo rigorista. Ecco allora che proprio all'ultimo, con la flessibilità già incassata, Roma potrebbe giocarsi la carta Padoan, ministro stimato e apprezzato da tutti i colleghi europei. Certo, di nomi pesanti in Europa ce ne sono già tanti: Tajani, Mogherini, Draghi. Ma lui avrebbe il vantaggio, qualora il Pd perdesse le elezioni, di potersi a quel punto dedicare a tempo pieno alla presidenza dell'Eurogruppo.

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