Cerca
Cerca
+

Silvio Berlusconi, Bill Emmott cambia idea: "Può salvare l'Italia"

Benedetta Vitetta
  • a
  • a
  • a

Da inadatto a governare a probabile salvatore dell'Italia. Dopo anni di insulti, Bill Emmott, ex direttore dell'Economist, cambia idea su Silvio Berlusconi. Se nel 2001 - in una storica copertina - lo definì "unfit to lead Italy (inadatto a guidare l'Italia)" e, in un analisi sul voto in italia lo definisce un "probabile salvatore politico della Patria. Non escludetelo". Cosa è cambiato? "Nulla, e io non ho mutato opinione" racconta in un'intervista al Corriere della Sera, "Berlusconi resta inadeguato a guidare l'Italia. Ma potrebbe essere determinante per formare una coalizione centrista in grado di impedire a M5s o Lega di essere forza trainante nella formazione del nuovo governo. Sarà lui a presentarsi come salvatore politico, non dico sia una cosa buona. Ma Berlusconi non può diventare premier, sarà un manovratore dietro le quinte, è in quel ruolo che dobbiamo valutarlo e in quel ruolo non credo possa essere così negativo. Ha posizioni sono più moderate di quelle di Salvini e Di Maio". Leggi anche: La menzogna del giornalone su Berlusconi Ma non è un paradosso che nel 2011 l'Europa aspettasse le sue dimissioni e oggi in qualche modo speri in lui? "Non proprio" spiega l'ex numero uno dell'Economist, "Berlusconi è stato importante anche con Monti e Letta, il sostegno del suo partito ad alcune riforme è stato già vitale. Dire che l'Europa spera in lui però può essere fuorviante: spera in una coalizione centrista moderata, o in una grande coalizione. Berlusconi ha più possibilità di formare una coalizione perché non ha irritato tanta gente quanto il leader dem. Può costruire una alleanza sia a destra con Lega e Fratelli d'Italia, sia al centro. E più abile per il sistema italiano. Renzi non ha amici né alleati». Per Emmott l'errore più grave commesso da Matteo Renzi è aver creato un governo "consistesse in una unica persona, lui. Non aver costruito una vera squadra e non aver facilitato la collaborazione tra i partner di coalizione e dentro il Pd è stata la sua grande debolezza, ha rallentato i progressi sulle riforme. Poi ha messo troppo capitale politico nel referendum che si è tenuto quando già la sua popolarità era in declino. Ha commesso una serie di tragici errori, avrebbe anche dovuto cercare la consacrazione del voto prima, per avere un mandato pieno, ma è stato troppo arrogante. E' talmente giovane che non potrei mai dire che non ha un futuro, ma ho il sospetto che un suo ritorno in grande stile sia improbabile. Resterà una figura influente, ma credo abbia perso la capacità di far sì che le persone collaborino con lui o lo seguano, cosa di cui ogni leader ha bisogno. Rispetto a Berlusconi quello che gli manca - oltre al vantaggio di avere dei canali televisivi - è l'abilità di fare compromessi e formare alleanze".

Dai blog