Antonio Socci: "L'Italia ha perso la sovranità, a decidere il nostro futuro soltanto i mercati"
L'ultimo libro di Antonio Socci è chiaro sin dal titolo: Traditi, sottomessi, invasi (editore Rizzoli). Un volume nel quale si schiera senza indugi nel fronte sovranista e antieuropeista. E del libro, Socci, ne parla in un'intervista a Italia Oggi, in cui espone in modo tranchant il suo pensiero. Nel libro, il giornalista indica come la separazione tra Bankitalia e ministero del Tesoro, avvenuto nel 1981, un punto di svolta decisivo per il futuro del nostro Paese. "C'è un ampia letteratura in proposito - sottolinea Socci -. Io ho semplicemente divulgato questa ricostruzione dei fatti". Il punto è che a suo parere "dall'ingresso nel Sistema monetario europeo-Sme, ovvero la prima tappa verso la moneta unica, e dal conseguente divorzio fra Tesoro e Bankitalia è iniziata la cessione della nostra sovranità al mercato". Leggi anche: Antonio Socci, la profezia: chi salterà in aria il 5 marzo "Da quel momento - prosegue Socci - lo Stato non poté più finanziarsi emettendo moneta e non ebbe più il controllo degli interessi sui titoli del debito pubblico di fatto acquisito dai mercati". E ancora: "Da quel momento sono stati i mercati e la speculazione a dettar legge allo Stato. Il nostro debito è esploso da allora. Capisce? Lo Stato sottomesso al mercato". Insomma, la colpa non è tanto della finanza pubblica troppo disinvolta: "Eh no - riprende -, questa è la narrazione dominante: italiani spendaccioni, Tangentopoli, il Paese inaffidabile che vive al di sopra delle proprie possibilità, lo sperpero. È l'ideologia che poi permette ai padroni dell'Ue, anzitutto ai tedeschi, di impartirci severi rimbrotti, di darci i compiti a casa, di pretendere continuamente lacrime e sangue". Una spiegazione, quella di Socci, chiara e a tratti angosciante: in poche parole, ha messo in evidenza come l'Italia abbia perso la propria sovranità: "Il nostro futuro - rimarca - lo decidono soltanto i mercati".