Marco Travaglio, i consigli per Luigi Di Maio dalla politica a come deve parlare
Finita la campagna elettorale, Marco Travaglio si è liberato del fardello di dover sorvolare sulle migliaia di corbellerie combinate da Luigi Di Maio e grillini vari. Godendo di incondizionata stima da parte degli attivisti pentastellati, il direttore del Fatto quotidiano si è guardato bene dal dare addosso al capo politico Giggino, nonostante dalle sue parole traspare quanto ne abbia pochissima stima. Ha taciuto Travaglio, almeno fino a oggi, quando nel suo editoriale, ha preso Di Maio per un orecchio e lo ha sbattuto in castigo all'angolo, trattandolo come un vero e proprio somaro. "Azzardiamo qualche consiglio non richiesto - ha scritto il direttore - a Di maio e ai 5 Stelle. Che di solito leggono pochino, ma hai visto mai". Leggi anche: Meglio tardi che mai, Travaglio smaschera la balla grillina: la verità sull'ultima presa in giro Come il peggiore dei Rocco Casalino, Travaglio si esercita quindi in dieci consigli per il capo grillino, provando a spiegargli per filo e per segno cosa dovrebbe fare da qui ai prossimi anni. Non solo scelte strategiche, mosse politiche e posizioni nei confronti di questa o quella forza politica. Travaglio si preoccupa anche di come Di Maio dovrebbe parlare in pubblico: "Non esagerato col doppiopetto e la moderazione - dice al punto nove - giusto cambiare linguaggio ed evitare gli insulti del passato, ma senza annacquare alcuni punti fermi del programma: gli elettori vi hanno votati per quelli, oltreché per affossare questo sistema marcio".