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Massimo Boldi, l'umiliazione e le corna della fidanzata. Nuove rivelazione: "Tutta la verità sessuale dietro l'addio"

Maria Pezzi
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Quattordici anni d' amore, poi un colpo di spugna e tutto svanisce. Escono le foto di lei con un altro, abbracciati, felici, lontani dall' ignaro, il compagno di lei, che non sa, o credono che non sappia, e tutto svanisce: lei è libera di andare con l' altro alla luce del sole, l' altro di amare la signora stando sempre sul chi vive (perché chi tradisce una volta potrebbe anche rifarlo), e il tradito di turno perché una volta realizzato con chi spartiva il letto magari brinda per lo scampato pericolo: dividere il resto della propria vita con chi non ti rispetta e quindi non ti ama. E adesso entro in scena io, chi scrive, già perché questa è la storia di Massimo Boldi, il tradito, un mio amico, forse uno dei comici più amati d' Italia: un paio di giorni fa Roberto D' Agostino, il re del web, ha pubblicato sul suo sito Dagospia le foto di Loredana De Nardis, compagna di Boldi da una vita, con un altro, non sapeva il nome, ma pare si chiami Fabio, di Grosseto, amico pure di Boldi (dagli amici mi guardi Iddio...).  Nelle foto si vede Loredana amoreggiare con questo signore non più di primo pelo (che punti alla pensione di reversibilità?), non certo famoso come Massimo Boldi, ma che evidentemente delle doti ce le ha. Si direbbe sia sulla settantina, a vederlo, lei ne ha 43, un ex marito a Frosinone (forse non ancora ex), una figlia, ormai grande. Mi ricordo di Loredana De Nardis, non so che lavoro facesse prima di incontrare Massimo (che le ha fatto fare una decina di film). Lui era rimasto vedovo da pochi mesi, forse sei, era disperato, poi ha incontrato lei, «la Lory», e la vita ha avuto un nuovo sapore. Fino a sei mesi prima Massimo aveva diviso la sua vita con Mari, sua moglie, trent' anni e passa insieme, tre figlie. Gli inizi difficili, lei che tirava avanti la baracca e pagava le bollette, gran donna, poi il successo. Lui l' adorava, ma faceva il pirla in giro. Per approfondire leggi anche: Boldi, lo straziante sfogo: cuore infranto  «Mari è una donna intelligente: capisce che la famiglia viene prima», mi diceva Massimo. Poi lui era diventato famoso, ricco, perfino produttore dei suoi film. «Ma la sfiga non guarda in faccia nessuno», mi dice Massimo Boldi. E così un giorno Mari scopre di avere un cancro. Tiene duro, come tutte le donne con le palle, affronta le operazioni, le chemio, presenta la cosa alla «bambine» come se fosse un' appendicite. Un giorno Mari mi invita perfino a una cena al Grand Hotel Four Seasons per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro. Ma poi finiscono le speranze, arrivano altre metastasi, altre cure strazianti, e un giorno Mari esce di scena. In casa c' è solo disperazionei. Chiamo Massimo, ci vediamo, vogliamo ricordare Mari sui giornali, non riesce nemmeno parlare, vede la prima foto di Mari che gli mostro e scoppia a piangere disperato. Penso: «Questo non ce la fa. È la fine».  Passano sei mesi. Mi chiama, è a Roma. Ha incontrato una certa Loredana De Nardis, sulla terrazza dell' Hassler, l' albergo superlusso di Roma. Che ci faceva lì? Lei una giovane signora di Frosinone con un marito, credo commercialista, e una figlia adolescente. Boldi mi dice che con lei è felice.  «Ti vedo rinato», gli dico. Certo, volendo potrei anche dirgli: «Tua moglie è morta da poco e tu, appena incontrata una figa, sbarelli come un adolescente». Ma non è il mio pensiero. Penso: Boldi fa bene, l' alternativa è la fine. «Che cosa devo fare?«, mi chiede Boldi. Massimo me lo chiede non perché sia imbarazzato di non fare i due anni canonici di vedovanza (chissà perché le regole della buona borghesia hanno stabilito che non ti deve «tirare» per due anni e non per cinque o un anno e mezzo?), ma perché a casa ci sono tre ragazze che dopo sei mesi non sono ancora pronte ad accettare che il padre si leghi a un' altra e glielo dicono in faccia. «Massimo, fregatene, le tue figlie hanno la vita davanti, capiranno dopo». Boldi segue il consiglio o il suo cuore, o il suo egoismo (in questo noi uomini siamo maestri).  Passano un paio d' anni. «Lei mi ha lasciato», mi dice un pomeriggio. Loredana e Massimo hanno litigato. Pare fosse tornata da Frosinone dalla figlia, dal marito. Lui era così depresso che gli ho detto: «Riconquistala». Non ha certo seguito il consiglio, ma così è stato e lei è tornata. «Come siamo coglioni noi uomini», gli dico oggi.  «Sai, fingevo di credere nella nostra storia, andavo avanti», mi dice, «ma ormai erano mesi che non dormivamo più insieme». «Hai combinato qualcosa?», gli chiedo. «Non veniva più con me». «E tu?». «Andavo con altre». «Eh, ragazzo mio, sei ricascato nello stesso casino di prima?». «Ma erano mesi che sospettavo». «E te le sei anche meritate le corna. Meglio così. «Sì, meglio, è stata una liberazione», mi dice. «Sì, ma hai dovuto far ingoiare alle tue figlie per 14 anni una relazione sbagliata dopo la morte della loro madre pur di far capire a tutti che Loredana era una storia importante...». «Certo», mi dice, «Ma, ripeto, è stata una liberazione». «Ci hai messo 14 anni, un po' tanti». «Sì, un po' tantini..». di Roberto Alessi

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