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Mogol sta con Matteo Salvini: "In Italia nessun rischio per la democrazia", la lezione alla sinistra

Giulio Bucchi
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Altro che manifesti contro Matteo Salvini. Giulio Rapetti in arte Mogol, mitico paroliere di Lucio Battisti, si sfila dal carrozzone degli indignati: "In Italia non è in pericolo la democrazia, non è minacciata la libertà, non è in discussione la Costituzione. È il solito effetto gregge...". Il giorno dopo la goffa iniziativa di Rolling Stone, "stare fuori dal coro dei conformisti" è quasi un dovere: "Cinquanta anni fa - ricorda Mogol - a me e a Battisti davano dei fascisti perché non giocavamo alla rivoluzione, non so se mi spiego. Oggi, io non vedo motivi di allarme per il futuro del nostro Paese". Un governo va giudicato per quello che, senza pregiudizi, e finora sul tema immigrazione quello di Giuseppe Conte secondo Mogol si sta muovendo bene. Il vero allarme, semmai, viene dall'Africa: "L'Italia deve pretendere, partecipando per la sua quota, che ci sia un gigantesco piano di investimenti in Africa. Nell'agricoltura in particolare. Senza un Piano Marshall per l'Africa non ne usciamo, continueremo a ricevere gente in fuga dalla disperazione che poi bighellona per le nostre strade".

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