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Sergio Marchionne, l'ultimo trionfo: "Perché devo ringraziarlo", le parole che non ti aspetti

Gino Coala
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Una delle immagini che ha sempre accompagnato la carriera di Sergio Marchionne è stata quella di spauracchio dei sindacalisti. Gli avversari più agguerriti però il manager li ha avuto principalmente dall'ala più radicale dei sindacati, in particolare la Fiom che anche dopo la diffusione della notizia sulla morte dell'ex Ceo di Fca non ha risparmiato critiche al suo modo di gestire il gruppo industriale. Leggi anche: Marchionne, parla Berlusconi: "Addio a un simbolo del Paese, avrei voluto vederlo premier" In una nota di cordoglio sul decesso di Marchionne, la Cgil ha riconosciuto "il merito di aver salvato un'azienda morente. Uomo di grande intelligenza e capacità manageriale, è stato in grado di non soffermarsi ai problemi di breve periodo, ma di guardare oltre, rivitalizzando e rilanciando un'impresa in grande difficoltà, portando il suo core business nel cuore del mercato automobilistico più importante, facendola diventare uno dei grandi player globali del settore". Dalla Cgil comunque ricordano quanto Marchionne fosse un "duro negoziatore, bravo organizzatore, che non ha saputo né voluto indirizzare l'azienda che guidava al dialogo e alla collaborazione con una parte importante dei lavoratori italiani". Leggi anche: La clamorosa gaffe del Corriere su Marchionne: cosa piazzano nella pagina accanto Una posizione nettamente opposta a quella espressa dall'attuale segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati, ex segretario Uilm che si è occupato in prima persona delle trattative sindacali con la Fiat per il rilancio del sito industriale di Pomigliano d'Arco e promotore del referendum sul nuovo contratto nello stabilimento. Nel suo saluto al manager italo-canadese, Sgambati ha parlato di "un manager illuminato che veniva dalla finanza ma che amava molto il manufatturiero. Il Paese gli deve molto - ha detto il sindacalista - la Campania ancora di più. A Pomigliano, dopo due mesi di stallo, riformando il personale e intitolando la fabbrica al filosofo Gianbattista Vico ha concretizzato quella visione di nuovo illuminismo sociale da anni duemila - dice - siamo vicini alla compagna e ai suoi figli. Ci mancherà un uomo e un manager con la visione di Marchionne".

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