Sergio Marchionne, la vergogna di Repubblica e Massimo Giannini: fango e insulti, mai le scuse
Tutta l'ipocrisia di Repubblica in un aneddoto su Sergio Marchionne. Bisogna tornare fino al 2010, quando il manager propose ai lavoratori di Fiat il suo piano industriale. E Repubblica si appiattì sulle posizioni della Fiom-Cgil e scatenò l'allora vicedirettore, Massimo Giannini, secondo il quale "gli accordi di Pomigliano e Mirafiori sono scritti nella carne e nel sangue dei lavoratori". Cinque anni dopo, il trionfo di Marchionne era evidente: come ricorda Pietro Ichino su Italia Oggi, la Jeep prodotta a Mirafiori triplicava le immatricolazioni, la 500X prodotta a Melfi era la più venduta del suo segmento, l'Alfa Romeo aumentava le vendite del 36 per cento. Insomma, i fatti, come sempre o quasi, davano ragione a Marchionne. Eppure, su Repubblica, nessuno si premurò di sottolinearlo. Così come il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, neppure nel momento della scomparsa di Marchionne, si è preso la briga di scusarsi per quel vecchio errore. Al manager italo-canadese sono state dedicate pagine su pagine, ma quella pagina buia del 2010, per Repubblica, pare non essere mai esistita. Leggi anche: Il patto di riservatezza: perché della malattia di Marchionne non si poteva parlare