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Asia Argento, fino a che punto si abbassa Marco Travaglio per difenderla: "Ha molti nemici e..."

Giulio Bucchi
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In soccorso di Asia Argento arriva in soccorso Marco Travaglio, il più grande manettaro d'Italia. Un paradosso, ma fino a un certo punto perché gli permette così di attaccare chi critica l'attrice italiana. Secondo il direttore del Fatto quotidiano il paragone tra la Argento, accusata di aver molestato un collega 17enne, e Harvey Weinstein, il produttore di Hollywood di cui Asia, tra le prime, ha denunciato gli abusi sessuali, non è proponibile: uno potentissimo, l'altra regista di piccoli film. E quella di Jimmy Bennett, l'attore molestato dalla Argento, è una "accusa tardiva (giunta a 5 anni di distanza) e privata, con allegata una richiesta di soldi per non divulgare il fatto. Il caso vuole che Jimmy si sia svegliato proprio mentre Asia era impegnata nella battaglia contro Weinstein ed era fidanzata con un ricco e famoso chef francese, Anthony Bourdain". "Di solito - nota Travaglio - pagare il silenzio di un accusatore significa ammettere il torto. Ma non necessariamente in questo caso". Il perché è semplice: nell'America del dopo #metoo, "chi volesse ricattare un divo del cinema, o una testimone anti-Weinstein con false accuse troverebbe terreno fertilissimo". Leggi anche: "Ma se sei innocente perché hai pagato?". Cruciani inchioda la Argento I casi sono tre, spiega Travaglio: "Asia ha fatto sesso con Bennett consenziente", e qualora partisse una querela rischierebbe grosso. "Moralmente, nulla di male, a parte la bugia raccontata l'altroieri", è il commento che lascia sbigottiti, perché per 10 anni Travaglio ha linciato Silvio Berlusconi per i presunti rapporti tra Silvio Berlusconi e la minorenne Ruby Rubacuori. Se invece Bennett non era consenziente, "resterebbe da spiegare come faccia una donna con quel fisico da colibrì a violentare un giovanotto di 17 anni e passa", senza però tenere conto delle conseguenze psicologiche devastanti di cui parla l'avvocato del ragazzo. Oppure, è la conclusione, la Argento "è rimasta vittima di un'estorsione fondata su una calunnia e ha pagato Jimmy per evitare lo sputtanamento di un'accusa falsa". Il guaio, conclude Travaglio, è che "Asia ha il brutto vizio di dire ciò che pensa e s'è fatta molti nemici, nella stampa e nella politica". Talmente tanti nemici che #metoo ha stravolto le regole di Hollywood e chi ha iniziato a sollevare la questione della "caccia alle streghe" è stato fatto passare per bieco maschilista. Ma Travaglio pensa all'Italia: vuoi vedere che la cospirazione è partita dalla redazione di Libero?

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