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Vittorio Feltri e lo sciopero del Giornale: "Mai visto tanta stupidità. Fa bene Berlusconi..."

Maria Pezzi
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I giornalisti in massa sono cretini. D'altronde se non lo fossero non farei parte della categoria da 50 anni. Ma non sospettavo che la loro stupidità raggiungesse vertici tanto elevati. I colleghi del Giornale, fondato da Indro Montanelli (poi modestamente diretto da me con risultati eccellenti dovuti al mio protettore, Sanculo) e oggi in difficoltà causa un mercato editoriale martoriato da Internet e diavolerie connesse, hanno avuto l' idea malsana di indire uno sciopero di protesta, poiché l'azienda asfittica ha deciso di chiudere la redazione romana, totalmente inutile ai fini produttivi. Cosicché ieri lo storico quotidiano non era in edicola, aggravando la situazione economica deficitaria della impresa berlusconiana. Astenersi dal lavoro quando il medesimo lavoro è a rischio di estinzione è una forma di suicidio che rivela un istinto di autodistruzione che assomiglia molto a una vicenda quasi mitologica: crepi Sansone con tutti i filistei. Roba da coglioni. Le copie calano, i bilanci piangono, l'editore perde milioni ogni anno e i signorini addetti alla fattura del foglio, anziché impegnarsi onde migliorare la qualità degli articoli, sopportando i sacrifici imposti dal disastro, incrociano le braccia e si assentano, impedendo l'uscita del Giornale. Leggi anche: Feltri demolisce l'ecologista Greta Cosa sperano di ottenere rifiutandosi di adempiere al loro dovere? È un mistero tragico. Forse non hanno capito un cavolo e si predispongono incoscientemente alla disoccupazione, probabilmente perenne. Se una ditta incassa meno di quanto spende, ha una sola strada da percorrere: tagliare le uscite in modo da far quadrare i conti. L'alternativa è la serrata della bottega. Ebbene, in questo caso i cronisti optano per la morte, non adattandosi al ridimensionamento dell' organico pletorico, un tempo giustificato dalla abbondante diffusione e oggi eccessivo rispetto alla carenza delle vendite. Segno che il corpo redazionale vive fuori dal mondo e pensa di andare avanti in eterno rifilando a Berlusconi l'onere di ricoprire il passivo gestionale. Non so se si tratti di ingenuità o di imbecillità. Silvio ha sempre otturato i buchi del Giornale, salvo i quattro o cinque anni della mia direzione, allorché il saldo dei conti era positivo. Attualmente, invece, egli è costretto a sborsare milioni ogni anno per non fallire. È naturale che si sia scocciato di rimetterci denari a fiumi e cerchi di risanare la baracca. Ma se la risposta del personale giornalistico è questa, mi pare giusto che il Cavaliere abbassi le saracinesche e mandi tutti i fighetti alle sue dipendenze a casa loro dove alla fine di ogni mese non riceveranno più lo straccio di uno stipendio. di Vittorio Feltri

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