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Paolo Borrometi, lezione del giornalista sotto scorta a Roberto Saviano: "Giù le mani dalla polizia"

Davide Locano
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Da giornalista sotto scorta a giornalista sotto scorta. Da Paolo Borrometi, sotto protezione per le sue inchieste contro la mafia, a Roberto Saviano, altrettanto sotto protezione ormai da lunghi anni. Certo, Borrometti mister Gomorra neppure lo cita. Ma è sin troppo semplice, nel suo tweet balzato agli onori delle cronache, cogliere un riferimento al collega: "Io voglio dire pubblicamente: la Polizia di Stato non si può delegittimare. Chi sta in strada non indossa una casacca politica, ma difende la libertà di ognuno di noi. Un abbraccio affettuoso a tutti i poliziotti". Pochi giorni fa, infatti, Saviano aveva accusato la polizia di parteggiare per Matteo Salvini, anzi di essere "ridotta a servizio d'ordine" del ministero dell'Interno. Chiaro, insomma, il riferimento. E un ulteriore conferma è arrivata dalle parole di Borrometti in risposta a un utente: "Se mettiamo in discussione le forze dell'ordine, mettiamo in discussione la nostra libertà. Teniamo fuori dalla agone politico la Polizia", ha concluso. E ancora: "Se ci sono singoli che sbagliano devono pagare, come qualsiasi categoria. Ma non rappresentano tutta la polizia". Chiarissimo il pensiero di Borrometi, una discreta lezione a Saviano. Leggi anche: Saviano attacca, la Polizia risponde Di seguito, il tweet di Paolo Borrometi: Io lo voglio dire pubblicamente: la Polizia di Stato non si può delegittimare. Chi sta in strada non indossa una casacca politica, ma difende la libertà di ognuno di noi. Un abbraccio affettuoso a tutti i poliziotti— Paolo Borrometi (@paoloborrometi) 16 maggio 2019

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