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Carola Rackete, Repubblica perde il controllo: la paginata sulle "prigioni", siamo oltre il "Forza Capitana"

Giulio Bucchi
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Dal "Forza Capitana" a "Le prigioni di Carola", il passo è breve. Repubblica ha scelto di schierarsi senza se e senza ma a fianco di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch, e la linea non cambia anche dopo il blitz con tanto di speronamento di una motovedetta della Guardia di finanza che ha portato allo sbarco dei 40 migranti a bordo della nave della Ong.  Leggi anche: La Capitana forse la fa franca. Il precedente del 2004 che può salvare Carola Rackete Adesso Carola è ai domiciliari in una casa di Lampedusa (non in carcere, dunque), ma enfaticamente il quotidiano diretto da Carlo Verdelli parla di "prigioni", citazione fin troppo drammatica del capolavoro di Silvio Pellico. Altri tempi, altri costumi ma Repubblica non ci fa caso e infatti il tono è da feuilleton. Si parla di "capitana in lacrime" e di un messaggio ai suoi: "Vi voglio bene, siate forti e non preoccupatevi". Anche perché a preoccuparsi ci pensano nella redazione di Repubblica.

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