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Sea Watch, Alessandro Sallusti demolisce Carola Rackete, Ong e Pd: "Cos'ha dimostrato questa storia"

Giulio Bucchi
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"Sulla Sea Watch non siamo allo scontro tra civiltà e inciviltà, bensì tra legalità e illegalità". Alessandro Sallusti usa semplicemente il buonsenso e nel suo editoriale sul Giornale spiega perché su Carola Rackete chi, come "la parte più ipocrita della sinistra" e "certi opinionisti senza nerbo", ha scelto di "stare nel mezzo della carreggiata" e non condannare apertamente la capitana tedesca "si espone al rischio di essere investito da entrambi i sensi di marcia". Leggi anche: "Non andrà in carcere e diventerà la regina dei disobbedienti". Feltri, l'amara verità su Carola  "Carola - spiega Sallusti - non è stata arrestata per aver salvato vite umane, né il governo vieta alle ong di raggiungere i barconi, previo appuntamento con gli scafisti. Lo facciano, ma non pretendano il diritto di portare a prescindere i loro carichi in Italia, contravvenendo alle leggi del mare in base alle quali l'approdo deve essere nel porto più vicino (Tunisi o Malta in questo caso) o, in subordine, nel Paese di provenienza della nave o dell' armatore". E la prova che l'Italia e il suo governo sono tutto tranne che razzisti è arrivata più o meno nelle stesse ore, quando decine di migranti arrivati autonomamente sulle nostre coste sono stati soccorsi e accolti, lontano dal clamore mediatico (e politico) sollevato dalle Ong. Che dovrebbero cambiare nome, ironizza il direttore: "Oag, Organizzazioni anti governative. O, meglio ancora, Oai, Organizzazioni anti italiane".

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