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Giorgia Meloni querela l'ex brigatista Raimondo Etro: "Sono stufa di essere il suo bersaglio, si vergogni"

Cristina Agostini
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Ignorare, ok, perché come recita il Sommo Poeta, «non ti curar di loro, ma guarda e passa». Epperò c'è un punto superato il quale non si può più tacere né far finta di nulla né continuare a subire le farneticanti esternazioni di un tale evidentemente solo davanti al suo computer, senza una vera occupazione infatti con reddito di cittadinanza e a corto di argomenti e di lucidità. Uno pagato da noi contribuenti. Per questo, alla fine, Giorgia Meloni ha fatto bene a querelare Raimondo Etro, personaggio al quale avremmo fatto volentieri a meno di regalare questa pagina di pubblicità immeritata. E pure la presidente di Fratelli d' Italia ha aspettato qualche giorno prima di denunciarlo per diffamazione. Ha atteso che questo ex brigatista, condannato per concorso nel sequestro e nell'omicidio di Aldo Moro e nell'eccidio della scorta, smettesse di insultarla su Facebook e si dedicasse a qualche hobby più intelligente, fosse anche il gioco delle bocce o una partita a briscola. E invece Etro, dal suo profilo aperto, visibile a tutti, ha continuato con gli sfottò. Prima più soft, tipo i fotomontaggi demenziali che girano in rete, i commentini acidi alle immagini dei parlamentari che gli stanno antipatici, come quando il 21 agosto ha scritto: «Alle donne vengono le mestruazioni una volta al mese; a Giorgia, al contrario, una volta al mese le finiscono altrimenti non si spiega questo continuo stato di isteria uterina». Quindi i soliti, triti, riferimenti a piazzale Loreto che usano i comunisti incattiviti o le battute da osteria: «Date una poltrona a questa donna, una qualunque, ma fatela smettere altrimenti continuerà a frantumare i coglioni peggio di Tafazzi». Poi però l' ex terrorista annoiato ha scritto frasi rivoltanti contro la Meloni, ha postato in particolare una foto dell' ex ministro quando era incinta della sua bimba aggiungendo una serie di volgarità che qui omettiamo. Leggi anche: "Sovranisti da eliminare fisicamente". Chef Rubio fuori controllo, la Meloni lo fa a pezzi: "Sei scemo e pure..." L'uomo è di sinistra, Giorgia rivendica orgogliosamente la sua storia di donna di destra e, per carità, gli avversari politici si possono anche odiare ma se gli argomenti sono di tale infimo livello, la leader di Fdi vince a mani basse. Gli insulti «nana, coatta, sgraziata e fascia», detti da un 62enne che i compagni hanno soprannominato «Il Castrato» danno l' idea dello spessore del soggetto il quale sembra ossessionato dal sesso infatti nei suoi (alti) discorsi sul web non mancano mai riferimenti al sesso, al cazzetto, al fallo, a come possedere le donne. Un campionario di oscenità. Ieri, di fronte alla reazione sdegnata del web, Etro ha fatto finta di scusarsi ma chiamandola Cocomeri e «fighetta» è una farsa. C' è da dire che sebbene la Meloni sia senza dubbio il suo bersaglio preferito, non mancano attacchi alla Boldrini o a Monica Cirinnà («suo marito non è mai riuscita a prenderla, datele un vero uomo, magari Rocco Siffredi). In un continuo di schifezze e volgarità. Frasi di cui, però, stranamente, nessuna femminista di sinistra finora si è indignata. di Brunella Bolloli Ex brigatista condannato per concorso nel sequestro e nell'omicidio di Aldo Moro e nell'eccidio della scorta. Invece di passare il resto della vita a vergognarsi, questo mezzo uomo passa le sue giornate a insultare. Io sono il suo bersaglio preferito, ma ora basta: querelo. pic.twitter.com/jAMSvBjyzw— Giorgia Meloni ن (@GiorgiaMeloni) August 24, 2019

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