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Greta Thunberg, il filosofo Alan Finkielkraut: "Perché mi inquieta, chi è quella bambina"

Davide Locano
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No, non tutti stanno con Greta Thunberg. Tra chi prende le distanze dalla baby-paladina dell'ecologismo mondiale e dal suo messaggio c'è il filosofo Alain Finkielkraut, che in un'intervista a La Stampa svela il suo pensiero. Controcorrente. Pensiero che può essere sintetizzato con la prima, emblematica, risposta che offre al quotidiano torinese. Perché non le piace questa sedicenne che si batte per il pianeta? "Del fenomeno Greta mi inquieta proprio che sia diventata un fenomeno, un'icona planetaria, gli adulti del mondo intero si prostrano davanti a lei - premette -. L'ecologia è troppo importante e urgente per lasciarla ai bambini. I giovani non hanno esperienza del mondo: come scriveva Primo Levi ne I sommersi e i salvati, non ammettono l' ambiguità. L'ecologia gli ha fornito l'occasione di essere manichei. Ma della questione ignorano la complessità, i casi di coscienza", picchia durissimo Finkielkraut. E ancora: "Parlando di surriscaldamento del pianeta per esempio, il nucleare è parte del problema o della soluzione? Non gli interessa. Preferiscono insultare gli adulti. E poi - prosegue - c'è questo sciopero settimanale, dicono che faranno i compiti quando gli adulti faranno i loro: gli adulti perdono l'onore cedendo a questo ricatto. Il direttore di Liberation ha sentenziato che chi critica Greta è un reazionario, lo trovo sconvolgente: definire reazionario qualcuno significa considerarlo un ostacolo e non un interlocutore. Io invece difendo l'ecologismo esigente", conclude il filosofo. Leggi anche: Filippo Facci: "Perché sono libero di criticare Greta Thunberg"

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