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Greta e Sardine, Massimo Boldi le "seppellisce": "Le mie figlie sono disoccupate, cosa farei fossi in loro"

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Caterina Spinelli
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Da padre nobile della comicità, può dare un giudizio autorevole sul filone vincente di comici italiani che oggi spopolano nelle sale cinematografiche e fanno incassi da record al botteghino. Ma fa anche sentire la propria mancanza, che poi è la mancanza di un classico, quello dei cinepanettoni di cui oggi moltissimi, a maggior ragione sotto le festività, avvertono nostalgia. E allora è facile immaginare l' entusiasmo dei fan non appena si è saputo che Massimo Boldi, insieme al vecchio compagno di risate Christian De Sica, starebbe lavorando al progetto di un nuovo Vacanze di Natale. A trent' anni esatti di distanza dal primo, Vacanze di Natale '90, che segnò l' inizio del loro sodalizio. Massimo Boldi, so che ha in cantiere un altro film con De Sica. Quando potremo goderlo nelle sale? «Ci stiamo lavorando dall' anno scorso, e avrebbe dovuto essere pronto già per il 2019. E invece lo abbiamo rimandato al 2020. Ma uscirà eh, tranquilli». Sarà un sequel del successo dello scorso anno, Amici come prima? «In realtà abbiamo delle perplessità a fare un seguito. Quel film ha funzionato perché io e Christian ci siamo ritrovati dopo 13 anni in un film a raccontare una storia del tutto nuova. E tra l' altro era molto ben scritto da Brizzi e Bardani. Ora però, dopo aver interpretato insieme così tanti soggetti, diventa difficile trovare uno spunto originale. E quindi una novità potrebbe essere tornare al grande classico». Il cinepanettone intende? «Il progetto è quello, riproporre un Vacanze di Natale. Sarebbe l' ideale. Ma abbiamo tempo, vogliamo pensarci bene, anche per capire che aria tira negli altri film italiani». Metti quei nomi insieme, Boldi e De Sica, e pensi a un successo assicurato. Qual è il segreto? «Forse tutto dipende dal fatto che ci conosciamo dal 1970. Siamo amici davvero, amici come prima». Dovesse paragonare la vostra coppia ai giganti del passato, a chi penserebbe? Totò-Peppino, Stanlio e Onlio? «Credo che il modello di riferimento sia Jerry Lewis e Dean Martin. Erano perfettamente compatibili. Li guardavi e li pensavi come coppia». Un ritorno di Boldi in tv da giurato, comico o conduttore in un programma è pensabile? «Mah, ormai in tv fanno solo quiz, c' è poco spazio. Bisognerebbe pensare a una serie televisiva tagliata su misura su di me. Qualcosa sul modello di Un ciclone in famiglia, che funzionava alla grande». In programmazione al cinema durante le festività ci sono Ficarra e Picone con Il primo Natale e Checco Zalone con Tolo Tolo. Entrambi si annunciano come campioni di incassi. Il cinema italiano regge solo grazie ai film comici? «Nel panorama mondiale c' è molto altro, ma come film italiani è più facile vincere facendo ridere. E questo grazie anche alla generazione dei nuovi comici, molto bravi. Sono curioso di vedere il risultato che porteranno a casa». Ha seguito le polemiche sul trailer del film di Checco Zalone? Che idea si è fatto? «Penso che quel video sia stato un ottimo veicolo di promozione pubblicitaria. Anche da questo punto di vista Zalone è geniale». Ha ravvisato qualche contenuto razzista nella canzone Immigrato, come sostengono i benpensanti? «Ma stiamo scherzando, assolutamente no. Giù le mani da Checco, è un fenomeno. Vuole solo far ridere e ci riesce». Esiste tra i nuovi comici un erede di Massimo Boldi, un Cipollino 2.0? «L' unico vero erede di Massimo Boldi è Massimo Boldi. Sono come Highlander, immortale» (sorride). È vero che l' immortale Boldi sta per convolare a nozze con la sua compagna, Irene Fornaciari? «Sì, ho visto che è uscito un articolo a riguardo. Adesso è ancora presto, vediamo e ne parliamo. Intanto stiamo molto bene insieme, questo conta». Ha sentito il suo amico Berlusconi di recente? «È un po' che non lo sento, ma nei suoi confronti provo un affetto e un' amicizia enormi. Anche lui è un uomo irripetibile, come Boldi...». Mi spieghi perché. «Puoi anche consigliarlo, ma lui fa sempre come crede. Silvio sa di essere una persona eccellente. E non puoi convincerlo a smettere di fare qualcosa, pure la politica, fino a che non lo decide lui». Un nuovo Berlusconi potrebbe essere Salvini? «Non lo so, un astro come Berlusconi capita raramente, forse una volta sola». Ha visto le sardine che riempiono le piazze? Le piacciono o farebbero meglio a stare sui libri? «Io so che le mie figlie sono laureate e non trovano lavoro. Figurati uno che va in piazza... Io, fossi un ragazzo, non andrei a manifestare». E Greta Thunberg le è simpatica? «Chi?». Sa, quella ragazzina che si batte per l' ambiente... «No, se mi dici Gre... penso solo a Greggio, Ezio Greggio» (sorride). A Capodanno dove la vedremo? A fare baldoria come in qualche vecchio film sul Natale? «Lavorerò e farò qualche spettacolo. La mia festa è quella, stare in mezzo al pubblico». A proposito di spettacoli, esattamente 60 anni fa nasceva a Milano il Derby Club, locale dove lei ha iniziato la sua carriera comica. Che ricordi ha? «Sono debitore di tutto a gente come Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Paolo Villaggio che lavoravano lì. Se sono diventato un comico, è grazie a loro. Allora facevo ancora il batterista...». Ed è lì, al Derby, che nacque uno dei suoi personaggi più riusciti, Max Cipollino, la parodia del conduttore di telegiornale. «Era il periodo in cui esplosero le tv private e io imitavo questo giornalista di Teleradioreporter che dava notizie di scarsa importanza, tutte relative al quartiere da cui trasmetteva. Quell' idea del Tg comico sarebbe poi diventata vincente anche in un celebre programma della tv». Quale? «Be', Striscia La Notizia, ideata da Antonio Ricci, è figlia anche di quell' intuizione. Io stesso ho depositato a mio nome presso la Siae l' idea originale di un tg satirico». Se dovesse indicarmi un personaggio del mondo dello spettacolo a cui lei è più grato? «Indubbiamente Aurelio De Laurentiis, tutti i miei film più famosi li ho fatti con lui. Lui è un personaggio, un grande manager ma anche un uomo di alto livello». Però lui ha un difetto, è presidente del Napoli mentre lei è milanista... «Lo stimo uguale, l' importante è che ci lasci Ibrahimovic. Se torna al Milan sarei felice: sarebbe la dimostrazione che i grandi vecchi non mollano mai». di Gianluca Veneziani

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