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Vittorio Feltri sul Coronavirus: "Razzismo? No, solo paura di ammalarsi e di crepare"

Caterina Spinelli
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Tutto questo panico incontrollato causato dal Coronavirus è insensato. Basti pensare che in un anno sono morti 700 italiani, stroncati dalla comune influenza da cui sarebbero guariti se solo avessero fatto un semplice vaccino protettivo. Un' ecatombe che tuttavia non ha suscitato il pandemonio in atto negli ultimi giorni per via della diffusione di una sorta di psicosi riguardo all' infezione cinese. Perché? La gente è abituata ai malanni cosiddetti stagionali, specialmente invernali, e non si stupisce se essi provocano un numero notevole di vittime. Pertanto campa tranquilla nutrendo la convinzione che raffreddore e complicazioni bronchiali non siano esiziali, e sopravvivrà a qualche starnuto. Mentre la malattia nuova proveniente dall' Oriente, come tutto ciò che ci minaccia all' improvviso, incute terrore. Leggi anche: Vittorio Feltri: "I cinesi sono più intelligenti di noi" I morbi di cui non conosciamo la genesi e gli effetti spaventano in misura eccessiva, irrazionale, e ci impongono di adottare difese eccezionali. Addirittura il popolo è atterrito alla vista di un qualunque cinese considerandolo ora un veicolo di morte. Gli occhi a mandorla hanno acquisito una valenza demoniaca e li sfuggiamo quasi fossero armi letali. Il fenomeno sarebbe ridicolo se non creasse un clima di ostilità verso i poveri e incolpevoli gialli. Il sospetto nei confronti dei cinesi sfiora non soltanto la paranoia bensì anche il razzismo che, pure, in questa faccenda è inesistente. Si tratta semplicemente di patofobia. I cittadini in forma ossessiva hanno orrore di essere contagiati e di crepare, non ce l' hanno in realtà con pechinesi e affini, verso i quali non coltivano sentimenti negativi. Conta la fifa di finire sotto terra anzitempo. Gli italiani vanno capiti e soprattutto rassicurati. Sappiamo che i mezzi di comunicazione amplificano l' allarme per indole professionale, spinti dal desiderio inconscio di destare attenzione. Ma a quanto leggiamo e ascoltiamo in televisione dobbiamo detrarre la tara e persuaderci di una cosa assodata: andremo prima o poi tutti al cimitero, tuttavia non sarà responsabilità degli amici della Cina, piuttosto del fatto che l' umanità non è immortale. Coraggio, imbottiamoci di anticorpi e prepariamoci a combattere a ciglio asciutto. Non sarà un virus del cavolo ad annientarci. di Vittorio Feltri

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