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Alessandra Ghisleri: "Il vero padre del sovranismo è stato Mario Monti"

Mirko Molteni
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«Un elettore ci mette pochi secondi per esprimere un giudizio. In molti casi è un automatismo. Così il disgusto morale espresso, sostenuto dal martellamento mediatico a proposito dei continui scandali, facilitò l' ascesa del Movimento 5 Stelle». Ecco, secondo la sondaggista e politologa Alessandra Paola Ghisleri come attecchì il movimento di Beppe Grillo, da lei definito «giocatore di poker». Il M5S, tuttavia, nel 2013 veniva giudicato dal 61% degli italiani incapace o perlomeno non competente nella pubblica amministrazione. «La strada che condusse al consolidamento della fiducia dell' elettorato nel Movimento 5 Stelle nel 2016 fu lunga e complessa e i suoi uomini furono ritenuti per molto tempo, e lo sono tuttora, inopportuni e impreparati a governare», spiega la Ghisleri nel suo nuovo libro che si presenta come un' originale storia degli ultimi vent' anni di politica italiana visti attraverso i sondaggi.

Già il titolo La Repubblica dei sondaggi (editrice Piemme, pgg. 216, euro 17,90) ci fa capire come la caccia al consenso si sia sempre più intrecciata al lavorìo, paziente e oscuro, di professionisti che coi mezzi informatici assicurano una copertura costante delle opinioni degli italiani. È una fatica di squadra, fra «esperti di processamento dati, tecnici, statistici, matematici, psicologi, sociologi, a volte filosofi e analisti». Bisogna cesellare ogni parola per porre le domande giuste, individuare campioni rappresentativi e trasversali della società, analizzare scientificamente. Lo ha imparato la stessa Ghisleri, che nel 1995 s' avvicinò, quasi per caso, alla statistica sociale provenendo dalle scienze naturali. Approdò a Datamedia e divenne la «sondaggista preferita da Silvio Berlusconi» prima di fondare nel 2003 Euromedia Research, che tuttora dirige. Convocata dal fondatore di Forza Italia nella villa di Arcore e reclutata seduta stante, contribuì alla vittoriosa campagna elettorale del 2001, intercettando la voglia di rinnovamento degli italiani.

L' autrice definisce Berlusconi «l' uomo dei sondaggi», perché fra i politici della Seconda Repubblica è stato quello che più ha investito in questo strumento, per perfezionare i messaggi da lanciare agli elettori. Certo, creava difficoltà la macchina del fango alimentata dai suoi avversari. Bisognava reagire e, ricorda la Ghisleri: «Un giorno del 2004 mi ritrovai a Macherio, seduta tra Letizia Moratti, Giuliano Urbani, Sandro Bondi, Antonio Palmieri e Silvio Berlusconi, mentre dal telefono in viva voce giungevano le "erre" arrotate del ministro Giulio Tremonti. L' occasione era la pianificazione strategica delle campagne elettorali future». Nella riunione fu decisa una campagna sondaggistica per recuperare consensi, intervistando segmenti mirati di popolazione. Non bastò a vincere le elezioni politiche del 2006, ma preparò la riscossa immediata, condita da un gesto eclatante che fu la risposta all' antipolitica che Grillo aveva sdoganato col V-Day del 2007.

Ai "vaffa" di Beppe, il 18 novembre 2007 Berlusconi opponeva il "discorso del predellino", issandosi sulla sua auto in Piazza San Babila a Milano e annunciando il rinnovamento del centrodestra nel Popolo delle Libertà. La mossa contribuì alla vittoria elettorale del 10 aprile 2008. Narra la Ghisleri: «Al nuovo progetto del centrodestra avevano aderito un quarto dei lavoratori dipendenti e uno su quattro dei lavoratori autonomi, mentre l' altra metà dei consensi arrivò da studenti, casalinghe, pensionati, disoccupati e cittadini in cerca di prima occupazione». La crisi economica originatasi dai mutui Usa, unita alla continua offensiva mediatica contro Berlusconi, erano destinate nell' autunno 2011 a compromettere il governo.

La Ghisleri osservava il deteriorarsi della situazione: «Il 42,1 % degli elettori si dichiaravano preoccupati per i loro risparmi. (...) Alla metà di ottobre il 55,7 % degli intervistati chiedeva un passo indietro del Cavaliere».

Il 12 novembre 2011 cadeva il governo e poco dopo arrivava il tecnico Mario Monti, sotto gli auspici dei poteri Ue. Fu la conferma che i destini della nazione dipendevano troppo da fatti e uomini estranei ai nostri confini: «Fu nel corso del 2011 che in Italia si formò lo spirito sovranista e populista, come reazione alle ingerenze». Sovranismo che doveva arrivare nel 2018 alla stagione di governo sotto il traino della Lega di Matteo Salvini, la cui capacità comunicativa secondo l' autrice «ha influito sulla percezione che la gente ha di lui, un uomo sempre uguale a se stesso». Questi e mille altri episodi in un volume che sintetizza con un linguaggio limpido e accattivante le dinamiche di partiti e opinione pubblica in Italia.

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