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Stefano Nava a Otto e mezzo: "Come Chernobyl o l'11 settembre, per parlare di guarigione dal coronavirus servono anni"

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"Prima di parlare di guariti dal coronavirus bisogna aspettare mesi o anni". Stefano Nava, primario di Pneumatologia al Policlinico di Bologna, frena sui facili entusiasmi. Chi è stato dimesso dagli ospedali dopo essere stato contagiato dal Covid19, non è detto abbiano concluso il loro incubo: "I dati provenienti dalla Cina non ci hanno chiarito se quelle polmoniti e quelle embolie devastanti che hanno colpito i nostri pazienti poi nel tempo svaniranno senza lasciare nessun segno", spiega il professore a Otto e mezzo, avanzando un parallelo inquietante tra i malati di Covid19 e i pompieri che hanno operato in scenari catastrofici come quelli dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York o alla centrale nucleare di Chernobyl nel 1986, "che hanno sofferto per anni delle conseguenze a livello polmonare pur non essendo mai stati ricoverati".

 

 



Nava parla con doppia cognizione di causa, da esperto e da malato, visto che è ancora a casa in quarantena in quanto infetto e con il secondo tampone di verifica positivo (il primo era invece negativo). "Ho capito di aver contratto il coronavirus coi sintomi classici: febbre elevata, un malessere generalizzato con una profonda debolezza, cefalea e anche un po' di mal di gola".

 

 

 

 

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