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Silvia Romano, la Maglie contro Papa Francesco: "Più sottomissione di così... a cosa si è ridotta la Chiesa"

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Della liberazione di Silvia Romano, con toni durissimi, Maria Giovanna Maglie dopo una serie di tweet torna a parlarne in un intervento su Dagospia. E la giornalista premette: "Dopo uno spettacolo del genere, soldi e propaganda all'Islam nella capitale del mondo occidentale e cattolico apostolico, tanto vale mettere un bel cartello col prezzo al collo degli italiani che vanno a lavorare in Africa in zone di rischio, molte". Chiaro il riferimento al riscatto che sarebbe stato pagato per ottenere la liberazione della 24enne milanese, convertita all'Islam. 

 

Un articolo graffiante, in cui aggiunge: "Facciamo che quell'orribile infame abito della conversione e della umiliazione della donna all'Islam lo bruci, e si rimetta i suoi shorts e la sua canottierina, i capelli al vento e l'aria allegra di chi non ha paura di niente. Facciamo che il volontariato lo svolgerà tra i nuovi poveri italiani post virus cinese". Poi accuse a Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, "in corsa  verso Ciampino fregandosi prima a botte di Tweet. Non glielo avevano detto al presidente del consiglio che la ragazza liberata aveva rifiutato gli abiti occidentali messi a disposizione nell'ambasciata italiana e che si sarebbe presentata come un modello vivente di propaganda di al Qaidami hanno trattato bene mi sono convertita spontaneamente?, chiede provocatoria la Maglie.

 

Dunque, il riscatto: "La Farnesina nega di essere a conoscenza della somma, ma non  smentite e velate conferme arrivano da Palazzo Chigi perché "bisogna essere trasparenti", rimarca la Maglie. "Bisognerebbe allora essere trasparenti anche sul ruolo predominante svolto dai servizi segreti turchi. Silvia Romano appena liberata, fotografata su un pick-up, indossava un giubbotto antiproiettile dei servizi turchi. Erdogan non fa mai niente gratis,quella gente lì la finanzia, noi non contiamo più niente in aree come la Somalia e la Libia che erano un tempo le nostre aree di influenza".

 

Ma è nella chiusa del suo fondo che la Maglie piazza il carico da novanta, mettendo nel mirino Papa Francesco e la Chiesa: "Facciamo che non parliamo della Chiesa e del Papa e dei vescovi, del loro silenzio o del tripudio di Avvenire che parla della ragazza liberata come ambasciatrice del Paese migliore. Più sottomissione di così… Si avviano a diventare un movimento di opinione", conclude Maria Giovanna Maglie
 

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