
Giorgio Palù avverte: "Non si muore solo di coronavirus. Di cosa possiamo soccombere"
"Non si muore solo di Covid". Giorgio Palù sottoscrive la scelta del governo di riaprire alcune attività a partire dal 26 aprile: "Tiene sicuramente conto anche dell'intensificazione del programma vaccinale. Si tratta di una decisione che cerca di ottemperare i bisogni della popolazione e varie esigenze, tutte fondamentali: salute come diritto primario, economia e lavoro, scuola e cultura", dice in una intervista a Il Corriere della Sera. Perché, appunto "non si muore solo di Covid, ma si può soccombere anche di povertà, che porta a carenza di cure per altre malattie, di perdita di competitività scientifico-tecnologica, condizioni che inevitabilmente ricadranno sulle giovani generazioni e sul futuro del Paese".
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Certamente, continua il presidente dell'Aifa, "partiamo da numeri meno favorevoli rispetto a quelli che hanno determinato le riaperture in Inghilterra e Israele. Però anche la prestazione dell'Italia non è da poco. I vaccinati da noi sono 15 milioni, dei quali 4,7 milioni con richiamo". Quindi bene le riaperture e bene anche il pass come attestazione di aver eseguito nelle 48 ore precedenti un test antigenico, se non si è vaccinati o guariti dal Covid per gli spostamenti. "Impedire a chi non è ancora vaccinato la possibilità di spostarsi per ragioni di lavoro o di emergenza sarebbe discriminatorio", osserva Palù. "Solo la minoranza della popolazione è stata immunizzata ad oggi e da ciò discende la richiesta di aver effettuato un test diagnostico nelle 48 ore precedenti".
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Quanto ai vaccini, Palù chiarisce che "l’agenzia europea Ema non ha posto restrizioni. L’Aifa ha suggerito per entrambi i vaccini (J&J e AstraZeneca ndr) un uso preferenziale per la fascia di età superiore ai 60 anni ma non ha inteso vietarlo al di sotto di tale età. Per ora non è prevista carenza di forniture". E con l'incremento delle dosi in arrivo di Pfizer e Moderna "si potrebbe anche non dover ricorrere alla somministrazione dei vaccini J&J e AZ sotto i 60 anni". In più, ricorda il presidente Aifa, "dovrebbe essere presto approvato da Ema un altro ausilio, Curevax, vaccino a mRNA, funzionamento simile a quello di Pfizer e Moderna, con disponibilità prevista di oltre 7 milioni di dosi nel secondo trimestre".
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