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Carlo Nordio e il dossier-Berlusconi alla Corte europea: "Perché è saltato fuori ora", lo zampino di Palamara

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Ci sono tre "anomalie" nel processo a Silvio Berlusconi. Carlo Nordio, ex magistrato, in una intervista a Il Giornale spiega la decisione della Corte europea di chiedere conto al governo della condanna del leader di Forza Italia. Primo: "Non si era mai visto un presidente di Cassazione dare un'intervista subito dopo il verdetto, ma prima della pubblicazione delle motivazioni". Considerando poi che "Antonio Esposito aveva mostrato una sensibilità particolare. Ricordo anche che la Cassazione è un organo collegiale e in qualche modo un'intervista impegna tutti".

 

 

Secondo: "L'incredibile storia delle dichiarazioni di Amedeo Franco che di quel collegio era membro e relatore: anche questa circostanza è senza precedenti ma è ancora più inquietante della precedente. Un giudice sente il dovere di andare a incontrare un condannato e in sostanza chiedergli scusa".

Terzo, "il più grave di tutti": "È l'emersione del sistema descritto da Luca Palamara. Palamara spiega che la linea dell'Anm era quella di contrastare Salvini anche quando aveva ragione. Naturale porsi quindi una domanda semplice semplice: non è che ci sia stato un atteggiamento più ruvido anche con il Cavaliere?".

 

 

Guai a parlare però di "golpe giudiziario". "Non ci sono stati complotti o chissà che altro, basta meno, molto meno. Ci possono essere un procedimento o una sentenza orientati. E mi viene un sospetto sui tempi". "Credo che il dossier Berlusconi sia saltato fuori da un cassetto adesso perché a Strasburgo sono rimasti scossi da questa successione di scandali senza paragoni in Occidente e abbiano deciso di capire come stanno le cose. La vicenda Palamara ha lasciato il segno e la Corte ha deciso di alzare il coperchio della pentola".

 

 

Del resto, "l'Anm e il Csm sono al centro di una crisi colossale e invece di andare a fondo hanno provato a chiuderla con l'espulsione a razzo di Palamara" ma "lo scandalo soffocato da una parte torna fuori dall'altra. E questa volta è pure peggio. Non ci sono più le nomine, ma le inchieste". Da Palamara quindi ad Amara, "la vicenda improbabile della loggia Ungheria. Una storia sconcertante dove autorevoli magistrati con incarichi di primissimo piano si smentiscono l'un l'altro. E dove, per quel che sappiamo, si ha la sensazione che tutti o quasi abbiano fatto un passo falso".  Insomma, conclude Nordio, "troppe mosse qui paiono anomale" e "credo anche che non abbiamo raggiunto il punto più basso: altro verrà fuori nelle prossime settimane".

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