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Veronica Lario salvata da Conte e da Alfano. Un clamoroso retroscena sugli affari della ex di Berlusconi

Veronica Lario

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Se gli affari immobiliari di Veronica Lario nel 2020 sono andati a gonfie vele, l'ex moglie di Silvio Berlusconi dovrà ringraziare Giuseppe Conte e Angelino Alfano. A rivelarlo è il Tempo. Dopo tre esercizi chiusi con un rosso di 8,7 milioni di euro, la Poggio Srl della Lario ha fruttato 2,2 milioni di euro di guadagno. Nel "portafoglio del mattone" della signora ci sono immobili di famiglia e due prestigiosi palazzi per uffici che ai tempi del loro matrimonio le aveva intestato il Cavaliere, palazzo Canova e palazzo Borromini.

 

 

 

 

Negli anni si sono aggiunte proprietà estere a Londra e New York ("Oggi - sottolinea il quotidiano romano diretto da Franco Bechis - i cespiti dopo vari anni di ammortamenti sono indicati nello stato patrimoniale per più di 30 milioni di euro). La rendita però è sempre stata scarsa e le spese di manutenzione e ristrutturazioni molto superiori ai fitti riscossi. A dare ossigeno alla Lario la favorevole chiusura di un contenzioso per una ristrutturazione fatta dalla società Excellent srl, ma anche "l'aiuto arrivato dal governo in carica (nel 2020, ndr) e da un gruppo imprenditoriale guidato da una vecchia conoscenza di casa: Angelino Alfano, l'ex uomo politico che fu fedelissimo di Berlusconi prima di staccarsene clamorosamente".

 

 

 



Nel dettaglio, le norme finanziarie anti-Covid varate da Conte hanno consentito anche alla Lario "il rinvio del pagamento delle quote capitale delle rate degli importanti mutui ipotecari sottoscritti". Per questo la Poggio Srl ha potuto chiedere alla Banca popolare di Sondrio la sospensione del pagamento delle rate del mutuo da 20 milioni "limitatamente alla sola quota capitale, fino al 31 dicembre 2021", oltre a quelle per un mutuo da 3 milioni sottoscritto con la Banca di credito cooperativo di Carate Brianza. E poi c'è Alfano. L'ex ministro guida il Gruppo San Donato e ha sottoscritto con Il Poggio Srl un ricco "contratto di locazione ad uso non abitativo dell'intero palazzo Borromini e di una parte di palazzo Canova". Un svolta.

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