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Greta Thunberg torna in piazza: finita "la tregua di guerra"

Enrico Paoli
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Dagli Appennini alle Ande, sarebbe stato pure romantico (ricordando Cuore e Edmondo De Amicis). Invece, nel mezzo della crisi Ucraina, con la guerra che scuote l'Europa, i discepoli di Greta, i praticanti del Friday for Future (i venerdì del futuro, ma con blocchi del traffico annessi e città mandate in tilt) si sono rivisti in piazza dall'Artico all'Antartico, dall'Australia al Giappone, dall'Indonesia al Pakistan, passando per l'Europa ovviamente. E, altrettanto, ovviamente con le bandiere arcobaleno a rendere pacifici anche gli slogan green. Il mondo è bello perché è vario, pure troppo in certi casi.

Dunque il movimento ambientalista, ispirato dall'attivista svedese per il clima, oggi 19enne, Greta Thunberg, si è allargato in tutto il mondo, coinvolgendo non solo ragazzi, ma persone di tutte le età e professioni nella lotta per la difesa della Terra dal cambiamento climatico. La protesta, che finora a ieri era contro le ingiustizie sociali provocate dalle conseguenze del global warming, si è concentrata anche contro la guerra in Ucraina. #PeopleNotProfit e #ClimateAction sono due fra gli hashtag e gli slogan che hanno accompagnato i cortei in 90 Paesi e quasi 600 città nel mondo, coniugando le richieste per fermare il cambiamento climatico con quelle per fermare la nuova corsa agli armamenti e per dire basta alla guerra in Ucraina e a tutte le guerre. Insomma, mischiando di tutto un po', non si sa mai. I ragazzi chiedono ai governi e ai potenti della Terra di «investire più fondi per avviare davvero la transizione ecologica e di stanziare meno fondi per la guerra».

Dagli Usa, intanto, arriva una rassicurazione: «Siamo in un momento cruciale per l'Ucraina, ma questo non vuol dire che ci sottraiamo all'obiettivo fissato sul clima alla Cop26, dobbiamo fare entrambe le cose. Possiamo farlo», spiega il sottosegretario Usa per Energia, crescita economica e ambiente, Jose Fernandez. «Magari usassero lo stesso impegno per la pace in Ucraina. Magari. Ovviamente anche in Italia i discepoli di Greta, i fedeli del Friday, hanno voluto dire la loro. L'energia pulita e sostenibile «adesso genera profitto», ragione in più perché entrambe le strade sono perseguibili. «Abbiamo usato l'hashtag 'connect dots', unisci i puntini, perché riteniamo che le diverse crisi e lotte siano legate», spiega Marco Modugno, referente di FridaysForFuture Bari e uno degli otto portavoce di Fff Italia. E sì unisci i puntini, e trova la soluzione. Con l'ambiente si evita la guerra. Il mondo sarebbe bello, pur essendo vario.

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