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Travaglio a valanga: "Draghi? Perché nessuno lo ascolta. E Zelensky...". Quel sospetto sull'Ucraina

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Le posizioni di Marco Travaglio sulla guerra in Ucraina sono ormai note. E, ospite di Accordi e Disaccordi sul Nove, il giornalista non cambia idea. Tema ancora una volta l'ingresso del paese guidato da Volodymyr Zelensky nell'Unione europea. Su questo il direttore del Fatto Quotidiano è schietto: "Allargare l’Unione europea all’Ucraina ora? È un discorso assurdo". Il riferimento è alle parole di Mario Draghi. Il premier ha detto a Strasburgo che auspicava "l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea" in nome di un processo di allargamento accelerato.

 

 

"Quel discorso di Draghi - ci è andato sul pesante Travaglio - per fortuna, non l’ha sentito nessuno, perché se capovolgevi le telecamere vedevi un emiciclo completamente deserto. Quindi il nostro peso è dimostrato dal fatto che quando parla Draghi, almeno in Europa, nessuno lo sta a sentire. Ma è il capolavoro dell’ipocrisia. Quell’uomo lì, da presidente della Bce, è quello che ha fatto la famosa cura 'lacrime e sangue' ai greci. E se facciamo entrare l’Ucraina, che è un Paese che era già fallito prima della guerra e mi posso immaginare in che condizioni economiche si ritroverà alla fine della guerra, poi che cosa gli fanno? La cura da cavallo?".

 

 

E ancora, nel salotto di Andrea Scanzi e Luca Sommi: "Manda la Troika dopo averli fatti entrare, chiedono lacrime e sangue dopo tutto il sangue e le lacrime che hanno versato in questa guerra? Ma di cosa stanno parlando? Ma come possono pensare di far entrare un Paese che ha nell’esercito regolare il battaglione Azov? Lo scopriranno dopo? O se ne accorgono prima?". Ma Travaglio non è nuovo a commenti forti quando si parla di guerra. Qualche giorno fa il giornalista aveva lanciato una vera e propria invettiva contro il presidente ucraino, accusandolo di "aver sguinzagliato il suo Servizio di sicurezza (Sbu) a rastrellare casa per casa gli ucraini che postano sui social frasi pro Russia". 

 

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