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Meteo, Paolo Sottocorona-choc: "Salteranno intere stagioni"

Francesca D'Angelo
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Paolo Sottocorona è l'uomo del meteo di La7. Nonché, diciamocelo, il più simpatico della sua categoria. Il suo modo informale e ironico di raccontare le previsioni del tempo- sì, raccontare, perché qui c'è del purissimo storytelling- ti fa perdonare ogni annuncio di sciagura climatica. Il che, di questi tempi, non è poco visto il susseguirsi di tragedie, l'ultima nelle Marche.

Possibile che nessuno abbia dato l'allerta?
«L'alluvione non è stata prevista perché dalle carte non emergeva alcun dato allarmante. Purtroppo può accadere: i modelli non sono perfetti. Per fortuna accade raramente».

Ma com' è possibile che cadano addirittura 400 mm di pioggia?
«La causa sono i temporali che si autorigenerano. Il temporale di solito nasce, cresce come un fungo e poi si dissolve, invece in questo caso ha generato una nuova cellula d'acqua. Per capirci è come se non si spostasse mai da una zona, concentrando qui la pioggia che, diversamente, cadrebbe su km e km».


Certo che, con il clima impazzito, il suo lavoro diventa arduo.
«Può dirlo forte! Una volta ci si lamentava perché non esistevano più le "mezze stagioni", adesso dobbiamo prendere atto che sono saltate pure le stagioni intere. Ormai la parola d'ordine è: irregolarità».

Cioè il caos in terra per chi studia i cieli?
«Sicuramente è diventato più complesso fare previsioni, perché il ventaglio delle possibilità è molto più ampio rispetto al passato: l'evento prima improbabile ora è possibile».

Ma, mi scusi... e i modelli matematici? L'algoritmo non è a prova di bomba?
«Sì, certo. Ma è stato superato dagli eventi».

In che senso?
«I modelli matematici che rappresentano l'atmosfera sono molto buoni. Tuttavia si basano su dati forniti dall'uomo, le cui regole non rispecchiano più quelle realmente in atto. È come se fossero dei modelli "invecchiati" che non riescono a cogliere fino in fondo i fenomeni. Le faccio un esempio?».


Sì, meglio.
«L'evento estremo viene ancora ampiamente previsto, meno la sua reale intensità. Per esempio, facciamo scattare l'allerta perché il modello prevede 200 mm di pioggia in 24 ore - che è da alluvione e bollino rosso -, ma poi in realtà ne cadono addirittura 300 mm».

Quindi, da uno a 10, quanto è preoccupato per l'emergenza climatica?
«Avendo io una certa età (74 anni, ndr), potrei pure risponderle poco! Battuta a parte, sono molto preoccupato; per cui dico 9. Ho figli e nipoti adolescenti e non oso immaginare come sarà la situazione tra 50 anni».

Cosa non si è fatto che si poteva fare?
«È una domanda complessa... Si sta facendo poco (e si è fatto nulla) sul controllo e la gestione dell'inquinamento industriale. Tuttavia l'inversione di rotta non sarà solo complessa ed economicamente costosa ma anche lenta. Se infatti concettualmente sottoscrivo ogni parola di Greta, non sono altrettanto convinto che si possa cambiare domani, come sostiene lei».

Perché?
«È giusto che ci sia qualcuno che gridi nel deserto, ma non si può certo fermare il riscaldamento climatico dopodomani. L'atmosfera è infatti un sistema enorme, che ha una fortissima inerzia: ci sono voluti 150 anni di società industriale per modificare il clima. Se, paradossalmente, da domani tutte le fabbriche non inquinassero più, ci vorrebbero comunque decine di anni perché il clima cominci a cambiare».


Ho capito: moriremo tutti.
«Questo no, o almeno me lo auguro! Dobbiamo però avere ben chiaro che se iniziamo a fare tutto quello che è necessario (e dobbiamo farlo) non verremo subito ricompensati. Dovremo tenere duro su questa strada virtuosa anche senza vedere i risultati».

Cosa ne pensa della foto di Chiara Ferragni che faceva l'aperitivo sul ghiacciaio?
«Io non ci sarei andato. Mi sarebbe piaciuto se fosse salita a piedi, giusto per essere più coerente. Tuttavia sono abbastanza indulgente verso chi commette degli errori ma è animato da buone intenzioni».

A occhio, secondo lei è più volubile la politica o il meteo?
«La politica, non c'è dubbio! Non so se si tratta di un riscaldamento globale, ma è diventata molto più irregolare e quindi imprevedibile. Si figuri che io ho perso una scommessa molto grossa proprio sulle elezioni».


Mi dica tutto.
«In famiglia mi hanno domandato: "Secondo te cadrà il governo?". E io, granitico: "No, possono fare quello che vogliono ma Draghi non può cadere perché sarebbe pura follia"».

Cos' avevate scommesso?
«Ho promesso che le avrei comprato una borsetta di Dior! Ero certo di vincere, invece...».

Ora le tocca. Nel frattempo il 25 settembre andrà a votare?
«Sì. Ho sempre votato persino quando, come in questo caso, non sapevo bene per chi. Andare alle urne è fondamentale: se non lo fai, poi non puoi lamentarti di nulla! Battuta a parte, l'astensionismo rischia di essere il partito più forte e numeroso, ma è un partito che di fatto non governa e non può cambiare le cose. Ecco quindi perché voto».

Visto il precedente con sua moglie, non so se chiederle cosa prevede all'orizzonte della politica: schiarite o perturbazioni in arrivo?
«Non sono un illuso, però credo molto nel pensiero positivo. Quindi sono ottimista. Spero soprattutto che si trovi una linea da seguire, possibilmente nella direzione giusta, anche perché si stanno accumulando troppi problemi, tra Covid, guerre, clima... Però non mi chieda di scommetterci su, la prego!».


Mi tolga una curiosità: ma lei ha mai avuto grane? Ormai è facile sbagliare previsione.
«Periodicamente qualcuno minaccia di denunciare noi meteorologi, ma poi non passa mai dalle parole ai fatti. Quasi mi spiace».

Davvero?
«Certo: avrei un vitalizio garantito! (ride, ndr) Evidentemente, quando questi signori si rivolgono agli avvocati, capiscono che non è il caso di sporgere denuncia per incapacità professionale perché sarebbe una sconfitta annunciata. Non c'è dolo. Mica prevediamo brutto tempo per interesse o piacere personale!».

Ogni estate, però, i gestori di hotel e stabilimenti balneari si arrabbiano con voi.
«Addirittura alcuni presidenti di Regione hanno tuonato sostenendo che nessuno doveva fare previsioni sui loro territori. Ma che significa? Noi diamo le informazioni sul tempo senza guardare in faccia a nessuno. A volte sono giuste, a volte sbagliate. Capita».

Della serie: noi abbiamo la schiena dritta?
«Capisco che se prevediamo pioggia, e poi non piove, chi vive di turismo subisce un danno. Però quello che non si dice mai è che ci guadagnano quando prevediamo per errore sole, e invece diluvia».

Online, però, è il trionfo del relativismo: sito che vai, previsione che trovi. Possibile che esistano le fake news su sole e pioggia?
«Certo. Alcuni siti campano di click. Il mio consiglio è di rivolgersi solo ai portali certificati: il migliore è il sito dell'aeronautica militare. Diffidate anche delle previsioni fino a 15 giorni: la loro attendibilità è pari a zero».

E che mi dice delle app?
«Molte danno le previsioni ora per ora, spacciandole per tali. In realtà quei dati si chiamano "tempo in atto", tant' è vero che vengono aggiornati in tempo reale. Praticamente è come uscire e guardare fuori dalla finestra... ma quello lo sanno fare tutti. Non è dare le previsioni». 

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