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Vittorio Feltri, schiaffo alle femministe: "Indignate per Meloni, non per gli assassini"

Vittorio Feltri
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Infinite sono le contraddizioni delle femministe nostrane. Si dicono di sinistra ma non inveiscono contro quella stessa sinistra che non fa altro che escluderle da istituzioni, consessi, task -force, consigli e presidenze regionali, reputandole evidentemente non all'altezza se non addirittura incapaci. Basti considerare che non c'è un solo presidente di Regione che sia di sinistra e contemporaneamente di tanto in tanto usi portare la gonna. Ritengono che sia degna di ammirazione e stima colei che si afferma in un ambito considerato fino a pochi anni addietro prettamente maschile ma poi conducono una battaglia accanita contro Giorgia Meloni, fondatrice e presidente di un partito che, stando ai sondaggi, risulta essere in vetta in Italia. Anziché riconoscerne il valore, le qualità, il coraggio dimostrato nell'essere rimasta ferma, da sola, all'opposizione, le guardiane delle astine alle vocali se la prendono con Giorgia, rea di essere di destra, sposando il pregiudizio, funzionale ai sedicenti democratici e da questi messo astutamente in circolazione, in base al quale Meloni avrebbe intenzione di imporre il fascismo una volta arrivata a Palazzo Chigi. Dispiace che le donne abbiano fatto della libertà di pensiero un proprio vessillo e poi si rifiutino di adoperare cervello e razionalità accettando quanto predica un qualunque Enrico Letta.

 

 

SENZA PRECONCETTI - Non dico che Meloni andrebbe osannata soltanto perché donna, che sciocchezza sarebbe!, però meriterebbe almeno, in quanto persona, che il suo operato venisse valutato e giudicato senza preconcetti e stigmatizzazioni. Quantomeno le signore dovrebbero concedere questo diritto alla leader di Fratelli d'Italia, che, nel caso in cui divenisse premier, conquisterebbe il primato di primo primo ministro di genere femminile della nostra storia, spianando così la strada ad altre ragazze di buona volontà di cui questo Paese ha bisogno.

Gli uomini hanno spesso fallito nella gestione della cosa pubblica, permettiamo alle donne di provarci. Confido che esse, dotate della sensibilità e del senso pratico che aiutano nell'amministrazione dello Stato, possano fare più e meglio di noi. Tuttavia temo che non siamo ancora pronti. Lo sospetto dalla maniera scomposta con cui viene attaccata Meloni anche da cantanti, showgirl, soubrette, attrici, influencer. Mi hanno colpito le parole di una giovane cantante la quale ha definito Giorgia simile ad un uomo, ovvero priva di femminilità, aggiungendo di averne paura. Questo costituisce la prova che sono spesso le femmine a giudicare con rigore e persino cattiveria le altre, non disdegnando, ove possano, di piazzare bastoni tra le ruote e manganellate.

 

 

Queste soldatine che se la prendono a morte se non vengono chiamate "dottora", "medica", "avvocata", "ministra" divengono poi troppo timide e indifferenti allorché si tratta di occuparsi delle giuste cause, di farsi sentire per le altre donne oppresse, private della libertà, schiavizzate. Non comprendo, come la tragica morte di Mahsa Amini, ventiduenne curda scomparsa lo scorso 16 settembre a Teheran mentre si trovava in galera con l'accusa di avere indossato il velo in modo non corretto, non abbia sollevato moti di indignazione, reazioni da parte delle femministe italiane, proteste.

IL VERO OSCURANTISMO - La giovane, arrestata per "abbigliamento inappropriato" a causa di un ciuffo di capelli che sbucava dal velo, è stata pestata a sangue, torturata, tanto da entrare in uno stato di coma, trapassando dopo tre giorni di agonia. In Iran migliaia di manifestanti sono scesi in piazza e ogni dì cresce il numero di morti e feriti. L'urlo di disperazione delle donne islamiche, tuttavia, non giunge nei cuori delle donne non islamiche, le stesse buoniste pro-accoglienza, pro-integrazione, pro-diritti civili, pro-adozioni gay, le quali per bizzarro cortocircuito insorgono contro Giorgia Meloni e non insorgono contro gli assassini di Mahsa Amini.

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