Cerca
Logo
Cerca
+

Cuzzocrea-Selvaggia Lucarelli, altra vergogna contro la figlia della Meloni

Annalisa Cuzzocrea

Daniele Dell'Orco
  • a
  • a
  • a

Il concetto di fact-checking secondo Selvaggia Lucarelli si interseca con negazionismo. Nel lungo post contro lo sfogo di Giorgia Meloni (e l'apertura di Libero di ieri) per il tam tam mediatico circa lascelta di portare con sé al G20 di Bali sua figlia di 6 anni, Ginevra, la giornalista esordisce così: «La storia che sia stata duramente criticata è falsa». Oltre alla Lucarelli, la strategia della polvere sotto il tappeto è stata adottata anche da altri, come la vicedirettrice de La Stampa Annalisa Cuzzocrea («Non trovo persone di sinistra che l'avrebbero attaccata per questo») o il giornalista Giulio Cavalli («polemica inesistente») che, lamentandosi del fatto che il premier si sia risentito per gli attacchi sul piano personale, hanno pensato bene di attaccarla sul piano personale, definendola «vittima».

Eppure i negazionisti si contraddicono fin dal principio dicendo che gli attacchi sono arrivati da «4 gatti». Ma quindi esistono, non sono falsi. Poi dimenticano che i «pochi» in questione parlano ad una platea immensa capace di fare grancassa sui social e scatenare tempeste di fango per molto meno. Ad esempio, è diventato virale lo spezzone de "L'Aria Che Tira", trasmissione condotta da Myrta Merlino su La7 (emittente di sinistra), in cui Furio Colombo (ex parlamentare di sinistra, ex direttore de l'Unità, fondatore de il Fatto Quotidiano, attualmente editorialista di Repubblica) si è lani ciato in un parallelismo tra la piccola Ginevra Giambruno e i migranti morti nelle tragedie in mare. La figlia della Meloni sarebbe colpevole di essere una bimba «top class» che va a Bali con la mamma, mentre i figli dei disperati muoiono in «economy» sulle bagnarole nel Mediterrano. Un accostamento indecoroso.

 

 

LA STAMPA E REPUBBLICA - Ma a beccare la Meloni dal lato pratico e non «morale», ci si sono messi anche La Stampa (con la Cuzzocrea che deve essersi persa il timone del suo giornale), col pezzo a firma Assia Neumann Dayan che tra le altre cose scrive: «Sono piuttosto certa che Meloni non avrebbe problemi a colloquiare con la Cina mentre aiuta Ginevra a Nella foto grande, il premier Giorgia Meloni (LaP). A sinistra, dall'alto; uno "strappo" della prima pagina di Libero di ieri, dove si sottolineava l'attacco proveniente da giornali e giornalisti schierati a sinistra contro la scelta della Meloni di portare al G20 la figlia; i post su twitter della giornalista Annalisa Cuzzocrea (vice direttore de "La Stampa") e Selvaggia Lucarelli fare le sottrazioni, sperando che non confonda le parti. Tutte le mamme lo fanno, lo fa anche lei. Certo, io se fossi in lei mi farei questi tre giorni a Bali tra adulti, figlia mia scusami ma mamma sta salvando l'Italia, se hai bisogno chiedi a papà, torno presto, lavati i denti».

E sul foglio che ha accolto Colombo dopo il suo divorzio dal Fatto, Repubblica, Claudia De Lillo ha vergato: «Perché quindi, in quei quasi quattro giorni che richiedono ogni energia mentale, fisica ed emotiva di un capo di Stato, Giorgia Meloni ha scelto di prendere su di sé il carico - gratificante, inevitabile, pesantissimo - di una figlia al seguito? Non per passare con lei del tempo di qualità che difficilmente è contemplato dal protocollo. Non per mancanza di alternative familiari o professionali deputate al temporaneo accudimento. E allora perché? Probabilmente lei, che ricordiamo "donna, madre e cristiana", ritiene che la vicinanza alla figlia sia prioritaria, perché la presenza materna è un valore non negoziabile, anche quando lo Stato richiede alla propria leader 48 ore di coinvolgimento e attenzione assoluti».

 

 

TOPPA PEGGIO DEL BUCO - La sinistra la polemica l'ha scatenata eccome, dando lezioni di maternità e poi di premiership. Ma i negazionisti hanno fatto peggio, perché dando della «vittima» alla Meloni sostengono che voglia spostare l'attenzione dai dossier scottanti e da un G20 «fallimentare» in cui il premier ha parlato di energia con Joe Biden e ricevuto garanzie sull'aumento delle forniture di gas, ha aperto nuovi scenari di cooperazione economica col premier australiano Anthony Albanese, ha incassato l'apprezzamento del primo ministro indiano Narendra Modi (che ha auspicato di celebrare i 75 anni delle relazioni tra India e Italia e di dare il benevenuto alla Meloni in India l'anno prossimo), ha parlato per oltre un'ora (un'impresa) con il leader cinese Xi Jinping per provare ad aumentare l'esportazione di made in Italy verso Pechino senza dimenticare le perplessità sulla traballante tutela dei diritti umani in Cina. Per le firme di sinistra questi sono «fallimenti» e professandosi innocenti hanno cucito una toppa peggio del buco, accusando la Meloni di voler usare la figlia per mascherarli. Per negare gli insulti, l'hanno insultata ancora peggio.

Dai blog