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Otto e Mezzo, Floris: "Diversi da chi dicevano di essere", veleno sul governo

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"Questa manovra dice che chi è al governo è diverso da chi diceva di essere": Giovanni Floris, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, ha parlato della legge di Bilancio, sottolineando dei passaggi, a suo dire, contraddittori. "Questa è un'ottima notizia per i mercati. Perché non c'è una presidente del Consiglio che pensa che si debba uscire dall'euro, perché non c'è una presidente del Consiglio che pensa che Bruxelles sia lo sciacallo che gira per le rovine dei Paesi...", ha spiegato il conduttore di DiMartedì. Che poi però ha spiegato dove starebbe l’incoerenza, secondo lui.

 

 

 

"Però dal mio punto di vista, sono un po' inquieti per alcuni segnali all'elettorato - ha proseguito il giornalista -. Quale sarà il costo del servizio dell'identità di destra?". A quel punto Floris ha sottolineato che quella del governo sarebbe una "manovra uguale a quella che avrebbe fatto Mario Draghi", ma che per questo l'esecutivo un po' se ne sarebbe vergognato e quindi avrebbe mandato dei "segnali a quell'elettorato teorico che spinge verso il contante, il condono, che tifa per uno scontro diplomatico contro i nemici francesi". 

L'intervento di Giovanni Floris a Otto e mezzo

 

 

 

Secondo il conduttore, comunque, la manovra approvata dal governo Meloni non sarebbe una delle migliori, anzi: "Nel voler marcare l'identità che ha rinnegato facendo questa manovra, il governo ha combinato parecchi guai. Sono segnali".

 

 

 

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