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Vauro e la vignetta su Zelensky: oltre ogni limite

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L'opposizione, legittima, all'invio di armi al governo di Kiev nella matita (questa sì, armata) di Vauro Senesi diventa dileggio puro nei confronti di Vladimir Zelensky. E il pacifismo di una certa parte della sinistra italiana getta così la maschera, denunciando la propria vicinanza più o meno inconscia alle ragioni di Vladimir Putin e della Russia. Non è la prima volta che il vignettista del Fatto quotidiano prende di mira, sulla carta stampata e nei talk show in tv, il presidente ucraino. Stavolta però, l'impressione è che la sua vignetta in prima pagina sul giornale diretto da Marco Travaglio nel numero in edicola oggi, sabato 28 gennaio, abbia oltrepassato il segno. Per dirla con le minacciose parole della Corea del Nord riguardo alle forniture di Leopard e Abrams all'esercito ucraino, "ha superato la linea rossa". Quella della polemica, ma pure del buon gusto.


Zelensky bimbo capriccioso: guarda qui la vignetta di Vauro sul Fatto quotidiano

 

Zelensky è ritratto da Vauro come un bambino capriccioso, circondato da carri armati giocattolo. In lacrime, l'ex attore piange e reclama: "Buaahh! Voio pule li aleoplanini!". Il riferimento è alla nuova richiesta di jet militari, subito dopo il via libera per i tank. Il governo di Kiev ha spiegato che è una corsa contro il tempo e servono nuove armi per contrattaccare e respingere l'offensiva russa, che si sta dimostrando forse ancora più violenta del previsto. Lo stesso ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha lanciato un allarme esplicito: "Dobbiamo fare presto, perché se i tank russi arrivano a Kiev allora sì, rischieremo la Terza Guerra mondiale". 

 

 

 

Balle, per Vauro e per il Fatto. Il vignettista da sempre è schierato contro la guerra in modo solo apparentemente acritico e sopra le parti. Dopo aver condannato la repressione del governo ucraino in Donbass dal 2014 al 2021, ha di fatto considerato l'invasione russa una reazione sicuramente comprensibile, se non addirittura giustificabile. Il titolo della vignetta è francamente agghiacciante: "Tutto... pur di non sentirlo strillare". Il dramma di un Paese invaso e in evidente difficoltà militare viene ridotto, insomma, al capriccio di un leader politico, irragionevole e viziato. 

 

 

 

 

D'altronde, è lo stesso Vauro che pochi giorni fa a L'Aria che tira ha definito Zelensky "un pupazzetto, un criminale" e che ha accusato di connivenza con il "regime di Kiev" gli inviati di guerra italiani premiati per il loro coraggio dallo stesso presidente. "Insolenze", le aveva definito in studio la firma del Corriere della Sera Fabrizio Roncone. Vuaro, seduto al suo fianco, l'aveva presa malissimo alzandosi e uscendo dallo studio: "Non sarà Vauro che lei è un po' fascista?", gli aveva detto Roncone. "E non sarà che lei è un cog***e?", era stata la sportivissima risposta di Senesi.

 

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