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Roberto Saviano la spara grossissima: governo di stragisti

di Alessandro Gonzato venerdì 21 aprile 2023

3' di lettura

Ninoo-ninooo. Guardiamo il video di Saviano e passa un’ambulanza. Riascoltiamo. «Vorrei fare un passo filosofico...». Roberto Saviano da Chiaia, scuola napoletana. Ci sono lui e Giambattista Vico, in ordine di grandezza. Corsi e ricorsi storici, e infatti Saviano ricasca nel delirio. Filosofico, s’intende. «Bisogna unirsi per proteggersi da questo governo pericolosissimo», enuncia. «Ah, un’aggiunta, stavo dimenticando», dito puntato alla telecamera e sguardo da filosofo, «sapete l’attentato fatto in Nuova Zelanda qualche anno fa, come si chiamava il gruppo che fece l’attentato», ricorda il filosofo-linguista Saviano, «uccidendo decine di persone, attentato di matrice di estrema destra? Ecco il gruppo che presentò anche un manifesto si chiamava la Grande Sostituzione». Il video di Saviano è sul ministro Lollobrigida che ha parlato di «sostituzione etnica» se in Italia non faremo più figli.

L’ATTENTATO
In Nuova Zelanda Brenton Tarrant, “suprematista bianco”, attaccò due moschee e uccise cinquanta persone. Una carneficina. «Questo governo è pericolosissimo» perché incita le stragi? No, non può essere questo il nesso, trasecoliamo. «L’orrore delle parole...», esordisce il maître à penser della sinistra più sinistra (video pubblicato su TikTok e condiviso tra gli spernacchiameti generali sugli altri social), ma non parla delle sue di parole, sono quelle «del ministro Lollobrigida che mostra la sua profondissima ignoranza». «Ignorante» come «Salvini e Meloni che non hanno particolari strumenti culturali». Ma qual è il «passo filosofico» del pensatore di Gomorra? «Dire “sostituzione etnica” significa che tu definisci un Paese in base all’etnia, al colore della pelle, alla religione. Significa che se io sono calabrese e vado a vivere in Lombardia», attenzione-attenzione, «sto facendo la sostituzione etnica dei lombardi (...) La democrazia ci dice, dopo i totalitarismi, del ‘900, che tu sei cittadino in quanto tale. Sono un cittadino, quindi io da qualsiasi Paese provenga sono francese, svizzero, italiano, spagnolo, portoghese, senegalese nel momento in cui divento cittadino di quel posto (...) Quindi la democrazia ci dice che io sono cittadino quando divento cittadino». Davvero?

Ninoo-ninooo. Ambulanza. Torna l’audio: «La cittadinanza in base all’etnia...A quel punto tutto potrebbe essere sostituzione, i napoletani che vanno a Roma... Ehmmm Ehmmm... E anche quando si parla, per esempio, di fatti storici, neanche si può parlare di sostituzione, cioè i greci che arrivano in Sud Italia quella è la colonizzazione, che è un’altra espressione con un’altra dinamica storica, un’altra sintassi geopolitica». Saviano è filosofo, ospite fisso di Fabio Fazio ma anche scrittore e regista. «Dietro un’idea, diceva un grande regista cambogiano, o meglio, dietro a una strage, diceva, c’è sempre un’idea. E certe idee possono essere molto pericolose. Se a veicolarle è un ministro» -aspettate, dunque voleva proprio dire questo Saviano?
«se a veicolarle è un governo, allora quel ministro e quel governo sono molto pericolosi. Dietro le stragi neo-naziste c’era esattamente quest’idea, della sostituzione etnica».
 

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PASSATO IL LIMITE
Siamo ben oltre le supecazzole del Conte Mascetti, filosofo d’altro spessore, di scuola fiorentina. «No scusi, noi siamo in quattro... come se fosse antàni anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio?». No. Lo sguardo corrucciato e l’odio politico-filosofico hanno il sopravvento sull’estro, sul genio. Molto più semplicemente sulla ragione. La sostituzione etnica per Saviano è «il cuore pulsante dell’ideologia di questa estrema destra, che anima questa destra di governo anche se finge per necessità di buoni rapporti con l’Europa, con le democrazie, di non essere più tale. Neanche si rendono conto che si tratta di teorie complottiste e antisemite». Noi purtroppo ci siamo resi conto di cos’ha detto Saviano. Che per carità, sarà pure nulla di nuovo. Appunto, corsi e ricorsi storici, ma servirebbe anche un freno ogni tanto. Il filosofo Roberto Saviano da Chiaia, vicino a Fuorigrotta. Che rispiega: «Lollobrigida è tanto ignorante da non cogliere neppure il senso, e le conseguenze, delle sue poche e anguste idee. Ma non era meglio metterci una pianta al ministero dell’Agricoltura? Lollobrigida non può rimanere al suo posto, poiché l’Italia, con tutti i suoi problemi, non può permettersi di avere un ministro chiaramente antisemita, e incapace anche di rendersene conto». Ma il filosofo Saviano, ci assale il dubbio, non era tra gli intellettuali italici pronti a lasciare l’Italia in caso di vittoria di Giorgia Meloni lo scorso 25 settembre? Non era meglio metterci un cartonato, nello studio di Fazio? Niente, anche Saviano deve aver perso il volo. 

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