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Francesco Corvaro, la strategia del barbecue contro i "gretini"

Pietro Senaldi
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La strategia della grigliata. Standing ovation per Francesco Corvaro, esimio professore di Fisica tecnica industriale al Politecnico delle Marche nonché nuovo inviato speciale dell’Italia per il cambiamento climatico. Uscito fuori direttamente di Pichetto Frattin, ministro eco -ansioso per l’Ambiente, Corvaro, lui sì che sa come si fa. Giorgia Meloni dovrebbe mandargli a lezione gli esponenti del suo governo, del suo partito, e magari anche qualche portavoce. Tutti in processione in Ancona, come si dice da quelle parti, non per prendere ripetizioni di Fisica però; meglio di strategia comunicativa. Se infatti Corvaro si rileverà bravo con il clima quanto con la dialettica, siamo a cavallo, l’asticella della temperatura segnerà presto almeno due gradi in meno. 

In quanto di nomina governativa, il professore per la sinistra era sospetto di per sé, tanto più che giravano video che l’interessato si è affrettato a definire «imbarazzanti» in cui egli si cimentava a fare il barbecue nel giardino di casa. Immagini che il grande inquinatore ha fatto sapere di aver «cercato di eliminare, vanamente. Trattasi di verità o di captatio benevolentiae? Si vedrà; pero ora una cosa è certa: se le sue doti accademiche ancora non gli sono servite per raffreddare il pianeta, gli sono state però utilissime nel permettergli di superare l’esame dei cervelloni di Repubblica, che gli hanno preparato una fitta serie di domande trabocchetto perché si tradisse e per poter passare poi tutto il suo mandato ad attaccarlo in quanto negazionista.

IMBARAZZATO Corvaro infatti si è fatto beffe di tutti. Ha dato ai cronisti eco-ansiosi una serie di risposte così conformiste, banali e accodiscendenti che solo un gretino poteva credergli. Dopo essersi dichiarato, come detto «imbarazzato» per le immagini che lo immortalano mentre abbrustolisce dell’asado, ha chiesto scusa e si è detto «pentito» per ogni barbecue che l’ha visto protagonista. Certo, anche lui è caduto sul narcisismo, definendosi «un maestro» della pratica, ma si è poi subito ripreso, giustificandosi con il soggiorno negli Stati Uniti, patria della griglia, e spiegando che a quei tempi c’era il Covid e quindi merita almeno le attenuanti.
Il massimo lo ha raggiunto quando ha solidarizzato complice con il giornalista che gli domandava come riuscirà adesso a far ragionare gli eco-scettici del governo che lo ha nominato e che il collega di Repubblica ha descritto più o meno come gente allo stato evolutivo dell’uomo di Neanderthal, sostenendo che anche dei bambini capirebbero le ragioni degli eco-ansiosi.

Ora che ha rassicurato tutti, ha dichiarato che «l’Amazzonia è la banca delle biodiversità», «la natura di per sé non produce emissioni inquinanti» e «l’umanità divora troppa energia», concetti praticamente universali che nessuno oserebbe mettere in dubbio, Corvaro si è guadagnato almeno tre o quattro mesi di lavoro in tranquillità. Ha superato il test verde e per un po’ lo lasceranno in pace, non verranno imbrattati monumenti o bloccate autostrade per boicottarlo; forse per un po’ il Pd si asterrà perfino dal chiederne le dimissioni, pratica ricorrente dell’opposizone nei confrotni dei nominati da questo governo. La prova si è avuta già a fine intervista, quando al professore è stato perfino consentito di difendere la scelta governativa di riaprire le miniere e ripartire con le trivellazioni in mare. Il tutto senza neppure un’alzata di sopracciglio. Gli eco-allarmisti si sono fatti bastare la spiegazione che «l’Italia soffre di eccesso di dipendenza energetica», e a conti fatti queste sono le scelte più eco-sostenibili.

ECO-ANSIOSI Se, dopo aver tirato in giro con le parole gli eco-ansiosi, l’inviato sul concreto ha difeso le scelte del governo, è auspicabile lo faccia anche all’estero, contribuendo a scongiurare con l’affabulatoria saggezza già dimostrata le più folli decisioni della Ue in tema di transizione ecologica. In fondo ha ragione lui, con progressisti e gretini non serve perdere tempo, meglio sostenere quello che vogliono sentirsi dire e poi andare avanti per la propria strada, dando loro ragione a parole ma dimostrando con i fatti che è meglio fare diversamente.

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