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Musk-Zuckerberg, i miliardari che vengono a menarsi in Italia

Corrado Ocone
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È proprio vero: il futuro ha un cuore antico. Dopo aver deciso di sfidarsi in un incontro di arti marziali, Mark Zuckerberg e Elon Musk, i due imprenditori più affermati e visionari del momento, non hanno avuto dubbi nello scegliere come location l’Italia, la patria della classicità per antonomasia. D’altronde, il nuovo proprietario di Twitter, è un cultore della storia dell’antica Roma. Che l’incontro si svolgerà nel nostro Paese, lo ha confermato ieri lo stesso Musk che ha detto di aver parlato con Giorgia Meloni che gli avrebbe concesso una «location epica». Frena il ministro della Cultura Sangiuliano: «Ho parlato con Musk. L’evento non si terrà a Roma e prevede una donazione milionaria a due importanti ospedali pediatrici italiani».

 

 

Non sarà quindi il Colosseo, come un primo momento sembrava. Fatto sta che quanto a località con forti richiami classici l’Italia offre l’imbarazzo della scelta. La sfida si svolgerà in una dimensione che potremmo collocare fra il serio e il faceto, essendo nata da uno scambio di battute che i due protagonisti si sono rivolti qualche settimana fa dai loro social. Ma come non considerare il fatto che proprio quello che un tempo era considerato faceto è oggi, nel nostro mondo, estremamente serio? E forse nessuno lo sa meglio dei due imprenditori che sull’immateriale stanno costruendo le loro fortune. Il virtuale e il simbolico si sono fatti oggi reali, anzi moneta sonante. L’incontro andrà in streaming e, fra pubblicità diretta e indiretta, genererà un introito rilevante che sarà destinato in beneficenza.

Con Nietzsche potremmo dire che il mondo vero è oggi diventato favola. Non è infatti una straordinaria favola postmoderna, cioè appunto moderna e antica insieme, questa che il fondatore e proprietario di Facebook e il CEO di Tesla faranno rivivere nel nostro Paese? Fra l’altro, i due sembrano fatti apposta per sfidarsi, e non solo perché Twitter e FB si contenderanno in futuro a suon di innovazioni fior di utenti su una platea mondiale. Essi sono agli antipodi anche per i valori che trasmettono e che quasi si sono personificati nel loro carattere, rappresentando due diversi tipi di capitalismo ed anche due opposte visioni del mondo.

 

 

La parabola di Zuckerberg coincide con quella della Silicon Valley, cioè del luogo che ha visto trasformarsi rapidamente l’utopia libertaria e iper democratica di giovani istruiti e cosmopoliti, “liquidi” e flessibili, in una nuova forma di potere economico, politico, culturale, nel “pensiero unico” del “politicamente corretto”. Musk, al contrario, con il suo dire e fare a volte eccessivo ma sempre spontaneo, si è posto come il contraltare di ogni “correttissimo”, rivalutando in qualche modo la vecchia figura del capitalista tutto genio e sregolatezza, “vizi” privati e pubbliche “virtù”.

Che l’uno diventasse icona del mondo democratico e l’altro di quello conservatore, era nella logica delle cose. Non sappiamo chi dei due contendenti vincerà la battaglia italiana, ma che lotta ci sia ci sembra positivo. Solo così le ombre di un mondo “a una dimensione” potranno allontanarsi. D’altronde, è Machiavelli a ricordarci che Roma fu grande quando la conflittualità interna fu forte e decadde quando trionfò un pensiero unico e debole che infiacchì poco alla volta gli animi. 

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