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Multe, Leonardo Pieraccioni svela la trappola: ecco come ci spennano

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Occhiali tondi dalla montatura trasparente, maglietta blu scuro e un video di un minuto e 45 secondi. Bastano quelli. C’è “cascato” pure Leonardo Pieraccioni: l’attore, il regista de Il Ciclone e de I laureati, fiorentino di nascita e anche per scelta, con quella parlata toscana che ti strappa immediatamente un sorriso. E infatti, qui, è meglio buttarla sul ridere, altrimenti non se ne esce.

È stato pizzicato dal velocar, un autovelox di ultima generazione, a Firenze, Pieraccioni. Viaggiava a 58 chilometri all’ora, il limite era cinquanta e la soglia di tolleranza del 5% non ha potuto far nulla: multa, dura lex sed lex. «Non me la meritavo troppo, ma poco importa: ho sbagliato e la pagherò», dice, su Instagram, un un post che si intitola “Cèivvelocar!” (tutto attaccato e con due “v”, alla moda dell’Arno).

VELOCITÀ MISURATA
Pieraccioni scherza, come suo solito, però è che anche Pulcinella, scherzando scherzando, diceva la verità. Firenze è la capitale italiana degli autovelox (e dato che l’Italia, a sua volta, è la capitale europea degli autovelox, perché noi ne abbiamo più di 11mila,, potremmo anche sostenere che Firenze è la città Ue in cui i rilevatori di velocità mordono di più): un incasso annuale, i numeri sono riferiti al 2022, bollati recentemente dal Codacons, il Coordinamento delle associazioni per i diritti dei consumatori, di 23,2 milioni di euro, che è quasi il doppio di quanto valgono le stesse infrazioni a Milano (12,9 milioni) o a Genova (10,7 milioni). Solo che quelli, i velocar, con una “v” sola che, per un momento, torniamo seri, perdonano no. Sono iper-tecnologici, precisissimi, non scappa loro manco un motorino.

Non è che rilevano la velocità a cui stai andando in un determinato punto, rilevano quella mediana a cui viaggi: sono composti da una unità di monitoraggio, la prima all’inizio di una tratta e la seconda alla fine, hanno montato un radar (anzi, due) che prendono entrambe le misurazioni e alla fine fanno la media, un po’ come a scuola. Se la cifra è superiore a quella consentita, sei bocciato. O meglio, t’arriva a casa la contestazione (dei vigili) e ti tocca fare come Pieraccioni, ti tocca sborsare. Tra l’altro, particolare piccino picciò, i velocar riescono a controllare numerosi veicoli in un lasso di tempo relativamente breve, cosa che i tradizionali autovelox non sono in grado di processare.

«Ma come funziona il velocar?» chiede Pieraccioni ai suoi followers, «quanto dura? Prima sapevi che c’era il bussolotto, tu rallentavi e sapevi anche che quella era la linea da non superare. Questa, invece, è un’entità astratta. C’è chi dice che duri trenta metri. Mio zio, però, è convinto che una volta che entri nella bolla cosmica che è il velocar, lui ti segua fino a casa. Addirittura prima di andare a dormire lo saluta. Tipo The Truman show. Quando ti prende e quanto ti lascia, questo velocar?».

Ironia a parte (il video fa il giro del www nell’arco di poche ore), Pieraccioni ha ragione. E vaglielo a spiegare, ai fiorentini, che di velocar ne hanno sul groppone già quattro: tutti e quattro voluti dalla giunta dem di Dario Nardella, che da deciso di installarli ad aprile 2022 e che, da allora, sono stati travolti dalle polemiche e dalle lamentele. Vaglielo a spiegare che uno solo di questi aggeggi 4.0, quello attivato in viale Etruria, da fine maggio a fine agosto dell’anno scorso, ha staccato qualcosa come 85mila verbali. E vagli a dire, ai fiorentini, pure che devono fare i conti con dodici “zone trenta” (cioè rallentate, cioè a trenta chilometri all’ora), cinque delle quali fresche fresche di approvazione a gennaio.

DIBATTITO ACCESO
Metti assieme tutto e ti viene fuori, come ha stimato il portale Facile.it, che a Firenze il Codice della strada (sacrosanto rispettarlo per l’incolumità di tutti, per carità) è una mannaia che vale 47 milioni di euro e regala a Palazzo della Signoria il primato toscano di città più tartassata (sulle quattroruote) dell’intera Regione (e, tra parentesi, la terza a livello nazionale, dopo Milano, che di milioni complessivi ne fa 151, e Roma, che ne totalizza 133: peccato però che Milano e Roma abbiano una popolazione non paragonabile a quella fiorentina. Chiusa parentesi). Sul “caso Pieraccioni”, il sindaco Nardella non interviene. Ma d’altronde quello del regista è uno sfogo come tanti: solo che finisce tra le notizie del giorno. E (ri)apre un dibattito. Che sarebbe meglio ascoltare.

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