Cerca
Cerca
+

Chiara Ferragni trema, rumors dalla procura: la mossa dei giudici

Chiara Ferragni

Francesco Storace
  • a
  • a
  • a

Toghe rosa in azione a Milano, Chiara Ferragni rischia l’inchiesta per truffa aggravata a causa della vicenda legata alla pubblicità ingannevole. Non solo per il caso Pandoro, ma c’è anche altro: le uova di Pasqua Dolci Preziosi. Letteralmente un magna magna se saranno confermate le voci a carico dell’influencer.

A quanto si è appreso sarà la Procura di Milano ad aprire un fascicolo sul caso del pandoro Balocco “griffato” con il marchio di Chiara Ferragni dopo aver ricevuto l’esposto del Codacons in cui si ipotizza la truffa aggravata. Nei prossimi giorni il procuratore capo Marcello Viola valuterà il da farsi. Al vaglio tre ipotesi: l’apertura di un fascicolo a modello 45, senza ipotesi di reato né indagati, uno a 44 in cui si iscrive solo il presunto reato individuato o uno a 21 con anche l’iscrizione degli eventuali indagati. Un passaggio formale per compiere i primi accertamenti già oggetto di un procedimento dell’Antitrust concluso con una sanzione.

E ora, povera Chiara, che farà? Certo, sarà difficile rimettersi davanti alla telecamera dopo il disastroso video dell’altro ieri, che ha comportato come conseguenza un drastico ridimensionamento dei pur tanti followers (che sono il suo pane quotidiano).

 

 

FALSA BENEFICENZA - Il fatto che la sponsorizzazione pubblicitaria si trasformi in una beneficenza fasulla ha provocato non pochi dubbi tra chi indaga e nella stessa pubblica opinione, che nella gran parte dei casi ha visto la Ferragni come una dolce faccia d’angelo. Se le accuse sono reali, è tutt’altra roba, invece.

Chiusa in casa, l’influencer deve resistere all’assalto del Codacons che l’ha presa di mira. Ed è un po’ colpa anche di suo marito, Fedez, che pensava di potersi divertire in tribunale con l’associazione che difende i consumatori e che ora invece rischia una condanna per calunnia. La nuova vicenda esplosa ieri riguarda un’altra iniziativa della Ferragni. Dopo l’esposto all’antitrust sul pandoro griffato, ora le uova di Pasqua di Dolci Preziosi. Il Codacons ha chiesto di aprire una formale istruttoria per la possibile pubblicità ingannevole a danno dei consumatori e pratica commerciale scorretta.

Se confermata l’azione denunciata, «ci troveremmo di fronte ancora una volta ad una operazione commerciale della Ferragni mascherata da beneficenza, un vero e proprio inganno a danno degli acquirenti con l’aggravante di sfruttare i bambini affetti d’autismo» spiega il Codacons. «Una sponsorizzazione che, stando alle indiscrezioni emerse, avrebbe fruttato in due anni la stratosferica cifra di 1,2 milioni di euro all’influencer, a fronte di una donazione “elemosina” di appena 36mila euro in favore del progetto benefico “I Bambini delle Fate”, per giunta eseguita dalla società Dolci Preziosi e non dalla Ferragni, senza alcuna correlazione fra le vendite delle uova e l’entità della donazione».

 

 

Ed è evidente che ingannare i consumatori è grave, soprattutto quando si fa credere una cosa mentre se ne fa un’altra e ben più remunerativa.

Adesso, anche l’iniziativa della procura milanese, che può creare più di una difficoltà all’influencer (che noi non le auguriamo, sperando che tutto si sia svolto regolarmente). Ma ci sono troppe cose che non vanno. Sullo stesso San Raffaele di Milano se ne sono combinate troppe dalla coppia Ferragnez; poi la pubblicità occulta denunciata per il festival di Sanremo; i post spariti sul web (da denuncia di Selvaggia Lucarelli) per non lasciare tracce rischiose sull’affare Pandoro.

Infine, stando sempre al Codacons, Fedez «è attualmente imputato per il reato di calunnia ai danni dell’associazione, quando per vendicarsi della denuncia contro la raccolta fondi per il San Raffaele pubblicò delle storie su Instagram inventando di sana pianta che proprio il Codacons ingannava i consumatori sul proprio sito, accusa falsa per la quale ora il Tribunale penale di Roma lo processerà per calunnia, reato grave per il quale rischia fino a 6 annidi carcere», conclude l’associazione. Certo, ora la parola è alla Procura milanese. Non è detto che l’indagine (eventuale) abbia elementi solidi, ma quel che è certo è che non potremo più sentire i Ferragnez mettersi a fare propaganda politica. Nuocerebbero all’onorevole beneficiario. La delusione riguarda anche loro, nel caso. 

Dai blog