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Chiara Ferragni, l'email che la fa tremare: "A cosa servono le vendite del Pandoro"

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Continuano ad emergere fuori altri dettagli dell'accordo tra Chiara Ferragni e la Balocco nel mirino dell'Antitrust e della procura per il cosiddetto "pandoro gate", ovvero la presunta truffa della sponsorizzazione del dolce natalizio della influencer che avrebbe fatto credere che parte del ricavato delle vendite sarebbe andato a sostegno dell'ospedale Regina Margherita di Torino. Rivela il Giorno che l'autorità garante della Concorrenza e del Mercato, così come la procura, sospetta che più che di beneficenza per le cure pediatriche si sia trattato di una studiatissima operazione di marketing studiata a tavolino dal team Ferragni insieme all’azienda dolciaria. 

Ci sarebbero infatti numerose mail tra le due società, scrive Anna Giorgi sul Giorno, a dimostrare che era già stato stabilito che la donazione che Balocco avrebbe fatto all’Ospedale Regina Margherita di Torino nell’ambito del progetto ‘Pandoro Pink Christmas’ sarebbe avvenuta a maggio 2022. Al contrario, tutti i messaggi veicolati per presentare l’iniziativa benefica (i post e le stories di Ferragni), sono stati realizzati associando le vendite del pandoro al reperimento dei fondi utili alla donazione, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima.

Dagli atti risulta chiaramente che Balocco non avrebbe voluto inserire nel comunicato il riferimento alla donazione come legata alle vendite del prodotto, anzi, in una mail interna si legge: "Mi verrebbe da rispondere (al team Ferragni) che in realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante". Due mesi dopo è, poi, stato siglato il contratto da cui emergerebbe la consapevolezza - si legge nel provvedimento del Garante – che la donazione, 50 mila euro, era avvenuta nel maggio precedente e "non era legata alla vendita del prodotto" pubblicizzato via social dalla influencer per un cachet di 1 milione.

 

 

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