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Roberto Formigoni: "Sulla Terza guerra mondiale aveva ragione il Papa"

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Roberto Formigoni
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Guerra mondiale a pezzi? Quando Papa Bergoglio, all’inizio del Suo pontificato, usò per la prima volta questa espressione, molti la presero per fantapolitica. Oggi è diventata un’evidenza pressocchè universale, e nessuno ne ride più. Il pianeta è attraversato da una serie crescente di conflitti, e questi sono sempre più collegati. I numeri, come sempre, parlano meglio di ogni discorso, e i numeri dicono che in un solo anno nel mondo si sono contati quasi 170mila morti. Non ci sono soltanto le guerre di cui tutti i giorni parlano le tv, quelle tra Russia e Ucraina e tra Hamas e Israele. In Messico, ad esempio, la guerra contro i cartelli della droga ha fatto 6mila morti. E sono più di cinquanta i paesi che al momento sono coinvolti in conflitti di varia natura.

In Myanmar sono attivi oltre 1500 gruppi armati, e il paese è totalmente devastato. Lo stesso conflitto in MedioOriente si è allargato al Libano, nello scontro con Hezbollah, e alle azioni di attacco degli Houthi, yemeniti, contro il traffico navale che porta a Suez. E non dimentichiamo lo scontro silenzioso ma potentissimo (sorvoli quotidiani di aerei da caccia, sottomarini nelle acque territoriali, “esercitazioni” ripetute) attorno a Taiwan e in genere nel mare della Cina. Sono tutti conflitti collegati tra di loro e con molte altre zone calde di instabilità.

 

 

Si è a lungo pensato che l’economia globalizzata potesse prevenire o almeno governare i conflitti: pura illusione! ha invece creato un nuovo modello di scontro. Non più la guerra fredda d’un tempo, ma la guerra rateizzata (a pezzi, appunto), portata avanti mentre i sistemi economici continuano sempre più a intrecciarsi tra loro. Facciamo un esempio, la guerra mondiale a rate è anche una guerra di microchip. Tra le prime sanzioni dell’Occidente verso la Russia c’è stato il blocco delle esportazioni di microchip sofisticati verso Mosca. Ma le aziende americane hanno continuato a esportare in Cina e da lì, con una banale triangolazione, il prodotto è arrivato e continua ad arrivare in Russia. Contemporaneamente però la Cina minaccia Taiwan, dove opera la fabbrica di microprocessori più sofisticati del mondo, che è anche la più grande in assoluto e il più grande fornitore delle fabbriche americane. Se la Cina conquistasse Taiwan l’economia mondiale ne sarebbe stravolta, cadrebbe in una crisi rovinosa. Ancora: la Russia si sta rifornendo dall’Iran per armi sofisticate nella guerra all’Ucraina. Ma l’Iran è il principale alleato di Hamas e degli Houthi. E l’attacco di Hamas a Israele sta aiutando molto la Russia perché indebolisce l’appoggio dell’Occidente all’Ucraina. È la guerra mondiale a pezzi, signori, con intrecci impensati e incontrollabili. 

 

 

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