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Valentina Mira, attaccare la destra paga: boom di vendite per il suo libro

Valentina Mira

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A furia di sopravvalutare il giorno in cui è nata (25 aprile, un termine biologico scambiato per un segno del destino), Valentina Mira si è dimenticata dell’anno: 1991. Quando l’autrice di “Dalla stessa parte mi troverai”, ultima improbabile eroina di quell’antifascismo in ritardo di ottant’anni a cui si è ridotto il discorso culturale dell’élite saltimbanca, è venuta al mondo, l’ideologia era morta e sepolta.

Sotto le macerie del Muro di Berlino, sotto i troppi cadaveri lasciati dagli anni di piombo finalmente sommersi dal riflusso privato e liberale, sotto il fallimento intellettuale e (dis)umano del marxismo. Per cui, quando si dà grandi arie da musa gauchista nel mirino delle destre reazionarie, la scrittrice finita nella dozzina del Premio Strega indossa un abito non suo, gioca a un reducismo posticcio perché non intinto nel vissuto.

 

Ma soprattutto, lei e i giornali che le hanno apposto sul capo l’aureola della martire al tempo del melonismo letterario, stanno in realtà celebrando la vittoria del mercato, del marketing pubblicitario, della vendita: tutta roba figlia purissima degli anni Novanta. Riassunto cronachistico oltre la cagnara social-televisiva. (...)

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