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Vannacci, "Mussolini statista" e "classi separate": la sinistra attacca con la foto choc

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"Non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni": il generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega alle europee dell'8 e 9 giugno, lo ha detto in un'intervista a La Stampa, rivendicando non solo di non volersi definire antifascista, ma anche le sue precedenti dichiarazioni su Mussolini. "È uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato: è la prima definizione di 'statista' sul dizionario", ha detto. 

Sulle manifestazioni pro-Palestina delle ultime settimane, invece, ha sottolineato: "La libertà di manifestare è sacra, ma quando si prevaricano le regole, le piazze diventano una gazzarra indegna di una democrazia". E in particolare sugli studenti manganellati: "Le forze di polizia sono chiamate a intervenire per far rispettare le regole. Se qualcuno vuole infrangerle, si mette nelle condizioni di essere manganellato". 

 

 

 

Poi un passaggio sulle scuole pubbliche: "Sono un fautore delle scuole pubbliche, ma vorrei fossero più severe. Oggi si appiattisce verso il basso il livello di tutti gli studenti, anche di quelli più bravi. E invece la scuola dovrebbe essere come lo sport, dove si mettono insieme le persone con prestazioni simili". Tanto è bastato per scatenare la sinistra, che non ha perso tempo ad attaccare il generale. "Non faremo il suo nome - si legge sul profilo social del Pd -. Non gli faremo il favore di rilanciare i suoi deliri, le sue frasi schifose, la vergogna che rappresenta per tutte le donne e gli uomini in divisa. Proteggiamoci dalle sue parole d'odio. Compiamo un gesto di difesa del dibattito pubblico. Ignoriamolo".

 

 

 

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