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Nicola Porro, bordate contro Repubblica: "Classica idiozia, perché mi fate ridere"

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Cinque posizioni in meno nella classifica sulla libertà di stampa stilata ogni anno da Rsf bastano a Repubblica per titolare a tutta pagina: "Libertà di stampa, l'Italia arretra". Questo il titolo di apertura del quotidiano diretto da Maurizio Molinari di ieri, sabato 4 maggio. Insomma, toni allarmistici a fronte di una classifica in cui l'Italia si piazza meglio rispetto ai tempi, per esempio, di Paolo Gentiloni premier, così come Mario Monti e Matteo Renzi. E ancora, pari-merito con Giuseppe Conte. Eppure, per Rep, l'allarme c'è soltanto ora. Già, al governo c'è Giorgia Meloni...

Il titolo di Repubblica, date le premesse, scatena Nicola Porro, il quale sul suo blog picchia durissimo: "Il punto fondamentale è che questa è la classica idiozia secondo cui io dovrei unirmi a Giannini per andare sul colle di Portofino a combattere contro l’occupazione nemica, che sarebbero i fascisti. Sì, perché in Italia, secondo Repubblica, manca la libertà di stampa", parte in quarta.

E ancora, riprende Porro: "Mi viene un po’ da ridere. Sapete perché? Perché mentre questi parlano di regime, il più importante premio cinematografico italiano – il David di Donatello – va a premiare al primo posto un film che si occupa di immigrazione ed al secondo uno che si occupa del patriarcato, due dei presupposti preferiti dalla stampa per attaccare questo governo. Passiamo poi alle premiazioni individuali, indovinate chi è stato premiato come migliore attore? Michele Riondino, lo stesso che il primo maggio ha condiviso una foto di La Russa a testa in giù. E menomale che questo è un regime!", rimarca.

 

Dunque, dopo una serie di altre accesissime riflessioni, ecco che Nicola Porro chiosa: "Voglio chiedere loro un’altra cosa. Questi reporter che fanno le interviste per Repubblica, lo sanno che Repubblica è il giornale della famiglia Elkann, che ha degli interessi economici fenomenali in questo paese? Tra l’altro, proprio il giornale che oggi pubblica l’intervista di questi reporter che tanto si battono per la libertà di stampa, ha mandato al macero 100mila copie già stampate perché urtavano la suscettibilità del proprio editore. E questa la chiamano libertà di stampa?", conclude Nicola Porro. Game, set, match.

 

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