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Ilaria Salis, Alessandro Giuli inchioda la sinistra: "Chi dice che fa bene a pestare i fascisti..."

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L'Ungheria concede gli arresti domiciliari ad Ilaria Salis, l'insegnante 39enne e nostra connazionale detenuta a Budapest con l'accusa di aver partecipato a un raid punitivo contro un gruppo di neonazisti. La svolta è arrivata dopo che il tribunale della capitale ungherese ha accolto il ricorso dei legali della Salis. 

Una lunga vicenda, che in Italia è diventata profondamente politica: le opposizioni che accusano il governo di "disinteressarsi" della vicenda per i rapporti con Viktor Orban, accuse che per certo, come ha spiegato lo stesso esecutivo in più occasioni, certo non hanno aiutato il lavoro del governo, sempre proseguito sotto traccia. E ancora, la candidatura della Salis alle Europee con Avs, ossia Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, candidatura che mira a far ottenere all'insegnante l'immunità che le permetterebbe di lasciare l'Ungheria. E anche questa candidatura, ovviamente, non ha aiutato nel dialogo con l'Ungheria.

Dopo la notizia dei domiciliari, le opposizioni hanno attaccato ancora il governo, affermando che non dovrebbe prendersi alcun merito per il passo in avanti. Posizioni, francamente, estreme e illogiche. Il tema tiene banco anche in tv, a Prima di Domani, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rete 4. Tra gli ospiti Alessandro Giuli e anche Roberto Salis, padre di Ilaria.

 

 

E Giuli, nella sua analisi, punta il dito: "C'è stata una politicizzazione ulteriore del caso-Salis che secondo me non ha giovato innanzitutto a noi per leggere bene quel che sta succedendo. Quando opinionisti, artisti anche di livello e molto bravi, difendono Ilaria Salis perché fa bene ad andare in giro a pestare nazisti e fascisti non si fa bene né al dibattito pubblico, né alla giustizia, né alla nostra capacità di rappresentarci un problema tecnico, in questo caso". E il riferimento è, tra gli altri, a Christian Raimo. "Purtroppo la verità è che ci siamo trovati davanti ad un problema tecnico, di dialogo, con l'Ungheria", conclude Alessandro Giuli.

 

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