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Roberto Salis sbrocca e attacca Libero: "Hanno paura di me". Subito sbugiardato

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Prima ci aveva illuso. Ora ci attacca. Roberto Salis, padre della più nota Ilaria, neo-parlamentare europea, nel giorno del rientro della figlia a Monza aveva promesso che si sarebbe dimesso da suo “portavoce” spiegando che «ora esco completamente di scena».

Un intento durato l’arco di una notte, visto che la mattina seguente si era dovuto collegare - causa assenza della figlia per stanchezza - alla festa di Sinistra italiana, suscitando l’irritazione di molti militanti presenti. Da lì è stato un crescendo irrefrenabile di post sui social dal sapore vittimista.

 

 

 

Tra i più noti ci piace ricordare quello in cui era arrivato a spiegare che gli attacchi politici a lui e alla figlia «fanno parte della lotta politica del fascismo, i fascisti fanno così, hanno fatto così con Gramsci, Gobetti e Matteotti, è il loro modo di comportarsi». Che come paragone, oggettivamente, pare un po’ azzardato...

 

L’ATTACCO IMMOTIVATO

Ieri Roberto Salis ha chiamato in causa direttamente due quotidiani, Libero e il Giornale: «Ma come mai hanno iniziato ad attaccarmi forsennatamente dopo che Ilaria è stata eletta? Perché hanno paura di me?». Ci sentiamo di tranquillizzare papà Salis. No, non è una questione di paura. È molto più semplice: se fai politica, se paragoni il curriculum di tua figlia con quello di Matteotti, può capitare di essere criticati. Se ne faccia una ragione. Si chiama democrazia, si chiama libertà di pensiero e nel caso specifico, di stampa. La stessa libertà grazie alla quale per anni lo stesso Salis ha duramente criticato la sinistra, salvo poi abbracciarla in nome e per conto della figlia. Tutto qui. L’uscita social, tra l’altro, è stata molto criticata dagli internauti. Tra i pochi commenti pubblicabili, c’è quello di Giovanni che prova a spiegare a Salis quanto segue: «In una settimana, ci hai deliziato con “il mio lavoro disturba i poteri forti”, “Ilaria non ha chiesto soldi alla famiglia perché ha degli ideali”, “hanno paura di me”. Con la scomparsa dei virologi e degli analisti militari, avevano bisogno di un po’ di min... nuove».

 

 

 

Domenico, invece, ricorda un altro momento glorioso del Salis (Roberto) pensiero: «Posso spiegarlo io se vuole, ma rimane un mio parere, credo che dare del “nano mammolo” a Giorgia Meloni abbia solo un significato, quello di attirare l’attenzione su di lei. Chi è causa del suo mal pianga se stesso». Un altro Giovanni chiede al Nostro: «Perché dovrebbero aver paura di uno che fino a poco tempo fa si definiva un liberale?». E via di questo passo. Verrebbe da dire, “è il web bellezza...”.

Speriamo, dunque, che papà Salis non se la prenda anche per questo articolo, che non è una critica personale a lui, ma al ruolo pubblico che senza costrizione alcuna ha deciso di interpretare e nel quale - ci pare di capire - sia rimasto intrappolato anche oltre quello che lui stesso aveva individuato come il tempo limite oltre il quale non andare.

 

 

 

MOZIONE AL PIRELLONE

Del caso Salis (Ilaria) ieri si doveva parlare anche in Consiglio regionale della Lombardia. La vicenda è quella rivelata da Libero sul debito maturato dalla neo europarlamentare con Aler Milano, per affitti non pagati per circa 90mila euro. Fratelli d’Italia ha presentato una mozione, ma l’ordine del giorno fitto di punti in discussione, ha fatto slittare la mozione probabilmente a martedì prossimo. Nell’impianto del documento c’è la richiesta di pignorare parte dello stipendio a chi, come la Salis, pur avendone le possibilità non risulta in regola con i pagamenti. Nonostante il rinvio, la Lega, con il suo capogruppo Alessandro Corbetta, ha attaccato Ilaria Salis: «Per sfuggire al confronto con la giustizia ha sfruttatole recenti elezioni per farsi eleggere al Parlamento europeo tra le file della sinistra, usufruendo così dell’immunità concessa agli europarlamentari per uscire dai domiciliari e tornare in Italia. A quanto pare a sinistra calpestare le regole non solo viene tollerato, ma addirittura premiato. Così anche occupare una Casa Aler e non pagare l’affitto, per loro, diventa una cosa normale...

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