Come Rose di “Titanic”. Ci sarà un Di Caprio per Greta Thunberg? L’ex ambientalista riciclatasi, pardon, convertitasi alla causa anti-israeliana non capiva nulla d’ambiente e sul Medio Oriente resta coerente. Speriamo per lei che almeno a bordo qualcuno ne capisca di navigazione. Greta, sulla barca “Madleen” con altri undici attivisti, si fa fotografare a prua con la kefiah in spalle mentre mostra il pugno chiuso accanto alla bandiera della Palestina. Sorride.
L’estate è iniziata, evviva. Il Titanic era la nave dei sogni: questa è un’improbabile ciurma di turisti verso mete esotiche. La signorina Thunberg, col vento tra i capelli, punta la Striscia – a tutta dritta! – come se a Gaza non avessero già i loro problemi.
POVERI MILIONARI
«Questa missione», prende il telefono e scrive sui social, «è solo una parte di un movimento globale per la giustizia sociale e climatica (il “green” la priorità a Gaza, ndr), la liberazione e la decolonizzazione, guidato da persone emarginate». Tra queste - gli emarginati - c’è un attore milionario, Liam Cunningham, che non è Richie Cunningham l’amico di Fonzie di Happy Days ma l’attore del Trono di Spade e di molto altro. Un altro emarginato, come la giramondo svedese idolo dei politici progressisti che l’hanno applaudita pure quando gli ha dato degli ignoranti (ci arriviamo alla fine), è la parlamentare francese di origine palestinese Rima Hassan, 7mila euro al mese. Gli emarginati. Una vita di stenti.
La Thunberg spiega: «La missione d’aiuto “Freedom Flotilla” ha come obiettivo il sostegno alla resistenza palestinese, la sfida al blocco e al genocidio israeliani. I nostri governi sono complici e non intervengono. La fame sistematica e la privazione dei beni di prima necessità», prosegue la 22enne Greta, «sono solo alcuni dei tanti metodi di guerra che Israele sta usando contro i palestinesi».
La variegata ciurma è salpata da Catania. Tra gli attivisti sopra e sottocoperta c’è un brasiliano, Thiago Avila, il quale annuncia che questo viaggio «è solo l’inizio di una mobilitazione più ampia. A metà giugno», spiega, «è prevista la Global March per Gaza, con partenza dall’Egitto e arrivo al valico di Rafah. Lo scopo è quello di protestare contro l’assedio e chiedere la fine del massacro di palestinesi da parte di Israele».
Prima della partenza è salito a bordo pure Marco Grimaldi, deputato di Alleanza Verdi Sinistra per il quale a Montecitorio la kefiah è diventata obbligatoria, come la cravatta al Senato. Fino al sacro fuoco filopalestinese il Grimaldi, ambientalista verde-rosso, si era distinto per aver dichiarato il possesso di un’auto a benzina ed essersi fiondato dietro ad Angelo Bonelli mentre alla Camera cantava “Il ragazzo della via Gluck”. Fiu, per fortuna è entrato in tempo nell’inquadratura. Momenti di gloria. Greta quand’era in porto si era commossa. Non per la presenza del barbuto Grimaldi, ma per il grande dolore che prova per Gaza: «Se smettiamo di provarci finisce l’umanità», ha detto con gli occhi lucidi. Una volta in mare via a selfie, risate e interviste ai compagni di crociera, il tutto documentato dagli smartphone. È un continuo pubblicare immagini e video su Instagram, come i villeggianti in spiaggia. Manca solo la birra, però non abbiamo potuto guardare in cambusa.
Greta appoggia la bandiera palestinese e si mette in posa sempre a prua, ma stavolta seduta, con le gambe a penzoloni. È raggiante la paladina dei Fridays for Future, i venerdì che non hanno salvato il futuro ma hanno bloccato per decine di volte la circolazione, facendo girare altro. Il brasiliano Avila imbraccia la chitarra e comincia a suonare. Lo strumento non è perfettamente accordato, ma chissenefrega, parte il karaoke.
CANTI E BALLI
L’attivista brasiliano “per la giustizia sociale e climatica” pubblica il filmato su Instagram e spiega: «Stiamo finendo di scrivere la canzone iniziata l’anno scorso. Il pezzo si intitola “Rompere l’assedio”». Applausi scroscianti, come quando l’allora piccola Greta, invitata al parlamento europeo, disse ai presenti che non avevano fatto nulla per salvaguardare l’ambiente, che stavano contribuendo alla fine del mondo.
Brava, brava, bis. I parlamentari di sinistra, gli stessi che la portavano in trionfo, non si erano resi conto che erano stati umiliati da una ragazzina secondo la quale dovremmo essere già tutti morti. Tiè, siamo ancora qui. Anche se invece di essere in mezzo al mare lottiamo contro le zanzare che a Milano già spadroneggiano.